Misteri & Fantasy

Posts written by ninise

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    CITAZIONE
    dal libro "Chaos" di lauren oliver che sto leggendo uno dei saggi mantra che bisognerebbe insegnare anche a qualcuno che conosco :w8qe0w.gif:

    CITAZIONE

    “Spreca oggi, domani stai senza” è un altro dei mantra preferiti di Raven.



    Edited by ninise - 4/3/2014, 11:08
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    ho letto tutta la saga de l'accademia dei vampiri e non posso che confermare il mio apprezzamento per questa bella saga, che sebbene tratti un tema molto sfruttato come quello dei vampiri riesce a darcene una versione del tutto inedita: l'universo descritto dalla brava autrice infatti, seppur semplice, è molto ben strutturato, credibile e originale. La storia poi è davvero dinamica, ricca di colpi di scena e avvenimenti che non lasciano letteralmente un attimo di respiro... c'e' anche una parte sentimentale che soddisferà pienamente anche le amanti delle storie d'amore tormentate... saga assolutamente consigliata.
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    ok allora visto la scelta ti ho inserito nel gruppo FANTASY DREAMERS se per te va bene :3.gif:
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    1-Orson Scott CARD - I giorni del cervo

    Questa è la storia di Palicrovol, il barone che divenne re spodestando il suo crudele sovrano Nasilee. E’ la storia di Sleeve il mago, cui venne affidata non solo la figlia dell’odiato monarca, Asineth, ma anche la creatura che questa portava in grembo. E’ la storia di come le forze dei male aiutarono Asineth a diventare una Maga più potente di Sleeve grazie al sacrificio della figlia. E’ la storia della bellissima Maga Asineth che volle strappare il trono a Palicrovol e torturarlo con incubi orrendi, strappandogli sposa e amici per trasformarli in oscene creature, distruggendo il culto del dolce Cervo per affondarlo nella crudeltà. E’ anche la storia di Orem, il figlio segreto di Palicrovol che si trovò a dividere il letto della Maga per concederle un figlio di dodici mesi, l’unico strumento per ripetere un sacrificio destinato a perpetuare il maleficio.


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    2 - C.J. CHERRYH - L'albero delle spade
    Sul conto di Ciaran Cuilean, signore di Caer Wiell, circolano strane storie. C'è chi dice che nelle sue vene scorra il sangue del Popolo Magico, che lui intrattenga misteriosi rapporti con la terra elfica di Eald, il mondo in cui vive tutto ciò che è fatato, attraverso le visite di Arafel, la Signora degli Alberi, e c'è perfino chi dice che gli anni sembrano incapaci di segnare il suo viso o il suo corpo. Ciaran è un signore giusto e generoso, il suo dominio è una terra ricca e fortunata, ma gli altri baroni e lo stesso re lo guardano con sospetto misto a timore, e questa situazione è destinata a peggiorare quando dal mondo di Eald il Signore della Morte decide di riprendere una partita interrotta molti anni prima: una partita in cui il destino di Caer Wiell può essere segnato da una mossa di minore importanza, ma che per Ciaran Cuilean significherà in ogni modo il ritorno sulle vie d'Ombra della terra di Eald.


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    3 -Michael SHEA - Yana
    Nel mondo di Bramt Hex, aspirante inframago presso l'Accademia di Glorak, il nome di Yana non circola su molte bocche. Anzi, Hex ignora del tutto la sua esistenza finchè il destino non lo pone a contatto con un demone deciso ad acquistare un edificio di assai dubbia reputazione attraverso i suoi servigi. La scoperta che Yana è una città perduta quasi irraggiungibile, dove tuttavia si può ottenere l'immortalità, è sufficiente a scatenare la bramosia del giovane studioso. Ha così inizio un avventuroso pellegrinaggio fra i pericoli e le sorprese di un universo abitato da giganti e vampiri, omuncoli e maghi, alberi irascibili e orchi amorosi, fino alla città spettrale dove gli enigmi sono infiniti e le risposte si riducono a una sola... Yana.


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    4 -Jennifer ROBERSON - Il sangue dei Cheysuli
    Cheysuli! I magici guerrieri nelle cui vene scorre il Sangue Antico, e che un dono degli antichi dèi rende capaci di assumere forme animali, sono stati per secoli i campioni del sovrano di Homana, temuti in battaglia e onorati a corte. Ma poi l'alleanza è stata infranta e contro i Cheysuli si è scatenata una feroce guerra di sterminio, mentre nei regni circostanti le minacce contro Homana sono alimentate dai complotti dei maghi che servono gli Dèi Oscuri. Costretti a una vita nomade e fuggiasca, gli orgogliosi Cheysuli attendono gli esiti del Tahlmorra, ovvero l'avverarsi della profezia che dovrebbe riportare alla riconciliazione delle due razze. E forse sarà proprio Alix, una fanciulla le cui origini sono avvolte nel mistero, l'inconsapevole erede dei poteri più arcani del Sangue Antico, a innescare la tragica lotta di liberazione della razza maledetta.


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    5 - Fletcher PRATT - Il pozzo dell'unicorno
    Molti sono i popoli raccolti sotto lo stendardo dell'Impero fondato dal leggendario re Argimenes, ma sono molti anche gli anni trascorsi da quella eroica Età d'Argento. La magica pace del Pozzo dell'Unicorno è stata calpestata più volte dal ferreo piede dei tirannici conti Vulk, che con la forza si sono impadroniti dell'intera terra di Dalarna sotto lo sguardo sempre più attonito degli ultimi imperatori. Per opporsi alla potenza di Vulk, sfidando la morte e la tortura, non basta il coraggio che anima i membri dell'allenza segreta dell'Anello di Ferro, ma occorre un capo che tutti possano seguire senza dubbi o gelosie. E dall'umile terra di Trangsted ecco giungere Airar Alvarson, un giovane destinato a incrociare sul suo cammino Meliboe l'incantatore, i cinque Capitani della Stella di Carrhoene, il piratesco conte Mikalegon, e infine la principessa imperiale Argyra, fautrice della pace del Pozzo ma capace di portare solo nuovi tumulti e nuove passioni nella sua vita. Mille incontri, mille avventure, per dare vita all'insolito eroe di un grande classico della fantasy moderna.


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    6 - Nancy SPRINGER - Il libro di Isle
    Da moltissimi anni, ormai, nel continente-isola di Isle manca la mano salda di un re capace di fare rispettare le leggi degli uomini e degli dèi; scomparso Byve, l'ultimo Grande Monarca di Eburacon, l'intero paese è caduto preda di razzie e sorprusi, nonostante gli sforzi di alcuni giusti e valorosi signori. Pryce Dacaerin è uno di questi, ma neppure il suo prestigio basta a evitargli il rapimento della sua unica figlia, Ellid. A liberarla giunge tuttavia inaspettato l'ultimo principe elfico, Bevan Mano d'Argento, figlio di Byve. Bevan è tornato dai recessi della Terra interna per cercare l'aiuto degli uomini in una impresa quasi folle: recuperare Hau Ferddas, la grande spada magica degli Antichi, e distruggere d'odiato potere di Pel Blagden, il dio oscuro che ha provocato la caduta di Eburacon e che ora infesta Isle con le schiere spettrali. Un'impresa da cui certo pochi torneranno, ma che costituisce l'ultima speranza di un futuro di pace per Isle.


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    7 - B. W. CLOUGH - La corona di cristallo
    Diventare re, quando le circostanze lo consentono, non è sempre una faccenda gradevole. Nella terra di Averidan, per esempio, un pretendente al trono deve soltanto poter dimostrare di avere nelle proprie vene l'antico sangue regale. Grazie alle facili genealogie e agli usi della corte, questo requisito è presente in una buona parte dei cittadini della capitale, ma la scelta del Collegio dei Consiglieri deve essere confermata dalla magica Corona di Cristallo che ogni sovrano di Averidan deve essere in grado di portare, e questa prova può anche significare la morte o la pazzia per un candidato inadatto. Pertanto, quando Liras Tsormelezok vede comparire in casa sua l'intero Collegio a breve distanza dalla scomparsa del sovrano, le ipotesi in merito a tale visita sono a dir poco ristrette, e i timori di Liras alquanto motivati. Il nuovo re dovrà infatti dominare l'arcano potere della Corona di Cristallo, affrontare un oscuro pericolo che minaccia l'intero reame, e sposare per ragioni di stato una barbarica principessa la cui famiglia non promette nulla di buono. Splendide prospettive per un sovrano.


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    8 - Patricia MCKILLIP - La maga di Eld
    Molte sono le leggende nate intorno alle buie foreste che ricoprono il misterioso monte Eld, e sempre vengono sussurrate con un filo di voce. Si narra che il possente mago Heald abbia avuto un solo figlio, l'ombroso Myk con un occhio grigio e un occhio nero, e che sul monte Eld il figlio del mago abbia attirato a sé dai quattro angoli del mondo creature leggendarie: l'orso Cyrin, che risponde a tutti gli enigmi tranne uno, il drago Gyld, intento a custodire il suo incredibile tesoro, e il cigno nero di Terleth. Si narra anche che il figlio di Myk, il cupo Ogam, abbia continuato la collezione chiamando a sé il mortale falco Ter e il magico gatto nero Moriah, artefice di sottili incantesimi... Ma oggi sotto la cupola di cristallo nascosta sul monte Eld vive la figlia di Ogam, la bellissima vergine maga Sybel, e i suoi tentativi per attirare Liralen, l'ultimo animale magico del mondo che ancora manca alla sua collezione, sono interrotti dall'arrivo di un cavaliere che chiede asilo per il figlio di un re spodestato. Il mondo degli uomini chiede l'aiuto della maga di Eld, e forse dei suoi animali.


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    9 - Andre NORTON - Il gioco degli eroi
    Seduto in una taverna nella libera città di Greyhawk, Milo Jagon ha oscuri presentimenti. Il suo polso è stretto da uno strano bracciale dove sono incastonati misteriosi dadi, ma Milo non ricorda nulla dell'origine di quel bracciale, né del potere che in esso è contenuto. Uno dopo l'altro, Milo incontra sei sconosciuti giunti da ogni angolo del mondo, tutti in possesso di oscuri ricordi che appartengono a un'altra esistenza e tutti ugualmente schiavi di un identico bracciale. Nasce cosìun'insolita compagnia che accoglie uomini ed elfi, maghi, bardi e guerrieri e perfino un uomo-lucertola.Sono i prescelti per un oscuro gioco di potere che affonda le sue radici in altro universo, pedine che i magici dadi sui bracciali obbligano a muoversi lungo i percorsi più pericolosi. Ma sono anche i compagni di Milo Jagon, lo spadaccino, in un'avventura destinata a infrangere i confini dello spazio e del tempo per avvicinarsi agli abissi ben più profonfi del mondo in cui noi viviamo.


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    10 - Peter MORWOOD - Il bastone del drago
    Nel Libro degli Anni di Cerdor si narra ancora come, secoli prima, i mitici Signori dei Cavalli siano entrati nel regno di Alba per distruggere il malefico potere dello stregone Kalarr cu Ruruc, mettendo poi al bando la magia da quelle terre. Ma quanto può resistere un uomo ambizioso e avido di conquiste al richiamo delle potenze oscure? Quando il castello di Dunrath viene assediato e conquistato con il tradimento e la magia, il giovane Aldric Talvin vede il proprio clan distrutto e se stesso privato di ogni diritto ereditario. Fuggendo con una freccia nella schiena sa di essere condannato, ma l'incontro con il vecchio Gemmel Erekren gli offre una speranza. Gemmel conosce le antiche arti proibite e sa che la vera forza da abbattere è ancora quella di Kalarr cu Ruruc. Sa anche che per lottare contro una creatura morta da cinquecento anni occorre scendere a patti con la stregoneria e riscoprire su un'isola dimenticata da tutti un'arma leggendaria: il Bastone del Drago.


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    11 - Terry PRATCHETT - Il colore della magia
    In un angolo remoto dell'universo in una piega isolata del tempo, esiste l'incredibile mondo Disco la cui forma è perfettamente conforme al proprio nome: è infatti un gigantesco disco che le più recenti teorie astronomiche in voga sul pianeta vogliono sorretto da quattro magici elefanti ritti in piedi sul dorso di una cosmica tartaruga (il cui sesso è tuttavia ancora ignoto). La superficie superiore di Disco ospita numerosi regni e varie razze di abitanti, ma la leggenda vuole che anche sul lato inferiore del pianeta esistano terre abitate, ovvero il mitico continente Contrappeso. La leggenda diventa realtà quando nella città di Ankh-Morpork arriva un inatteso visitatore dal continente misterioso: è l'ingenuo e ricchissimo Duefiori, sempre seguito fedelmente dal suo forziere ricco di tesorie e di decine di zampettee ben deciso a godersi una meritata vacanza in veste di turista. Ma fra i troll e i tagliagole che abbondano in città un ricco forestiero può avere vita breve, e un incidente diplomatico va evitato in ogni modo. Al mago Rincewind tocca dunque il compito di guidare e proteggere l'incauto turista... un'impresa alquanto pericolosa, per non dire disperata.


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    12 - Jennifer ROBERSON - Il canto di Homana
    Cinque anni sono trascorsi dal patto suggellato con il sangue tra Carillon, legittimo erede al trono di Homana, e Finn, il guerriero Cheysuli che ha accettato di rinnovare le antiche tradizioni della sua razza. Cinque anni di esilio che ormai volgono al termine, perchè dalla terra di Homana invasa dagli stregoni Hilini si leva un richiamo al quale il principe e il suo magico campione non sanno resistere. E' un canto che l'usurpatore Bellam vorrebbe cancellare alle radici, per distruggere al tempo stesso la minacciosa profezia dei Primi Nati e l'ambiguo Tahlmorra, il destino scritto dei Cheysuli, suoi irriducibili nemici. Ma il canto è intimamente legato alla misteriosa figura di Lachlan, l'arpista-mago che conosce le intenzioni di un antico dio e i poteri nascosti nella sua arpa dorata, e solo una spaventosa opera di stregoneria potrebbe sradicare una volta per tutte, la voce che costituisce la sola speranza di Homana... oppure questa speranza è solo un nuovo inganno?


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    13 - Robert HOLDSTOCK - La foresta dei Mitago
    Il bosco di Ryhope, nell'Herefordshire, nasconde fra le sue querce e i suoi frassini millenari un segreto che da decenni ossessiona George Huxley, profondo conoscitore dei miti celtici. Quando George muore, in seguito alla ferita di una strana freccia, il mistero del bosco viene ereditato dai due figli, Christian e Steven, e l'incubo inizia proprio allora. Il bosco di Ryhope è infatti una terra fantastica priva di confini spaziali e temporali; è la patria dei Mitago, le incredibili creature capaci di morire e risorgere, le cui origini si perdono nel preneolitico in mezzo ai primi sogni dell'uomo, e fra i suoi vortici oscuri si aggirano antiche divinità che custodiscono l'entrata di Lavondyss, il reame oltre il fuoco. Ma il bosco è anche la terra di Guiwenneth, la bellissima custode di un mondo magico e immortale.


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    14 - Nancy SPRINGER - Il sole d'argento
    Le cronache narrano di due fratelli, Hal e Alan, lagati fra di loro da uno strano legame, che un giorno dovettero partire per una lunga e pericolosa ricerca seguendo, con indomito coraggio e forte cuore, un sentiero lastricato di terribili pericoli. Le loro armi sono nulla rispetto ai pericoli che li attendono, perchè per affrontare la malvagità che si sta abbattendo come un'onda di piena sul loro mondo incantato occorre soprattutto avere saggezza, bontà d'animo, saldezza nei propri convincimenti. Folletti e altre strane creature che popolano il loro mondo, accorrono al loro passaggio, e sono, di volta in volta, amici o nemici, mai indifferenti. Una storia di sangue, amore e sudore, che si dipana fra urla di gioia e gemiti di dolore, alla luce spettrale di un sole che brilla come argento.


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    15 - Rhondy V. Salsitz - La figlia del destino
    L'unicorno, come Alorie ben sa, è un animale meraviglioso, simbolo di purezza: e tuttavia dalle tenebre può emergere il suo contrario, l'Unicorno Nero, araldo di tutto ciò che è spaventoso e oscuro. Una notte, poche ore prima di sposarsi, Alorie sogna una caccia mostruosa in cui le belve del Corruttore attaccano e dilaniano un unicorno indifeso, sui cui resti compare una bestia nera. Il presagio non può essere ignorato: antiche potenze sono all'opera per risvegliare il male nella terra dove vivono pacificamente uomini, nani ed elfi. In una tomba dimenticata un essere antichissimo e mostruoso si è appena ridestato e le forze della morte stanno per sferrare un attacco concertato da tempo contro i vivi. Alorie dovrà rinunciare alla sua felicità? Sembra proprio di sì, almeno per il momento, perché è lei l'unica che può opporsi alla congiura del male. Alorie, ultima discendente della Casa dei Sergius, deve battersi duramente per riportare la pace sulla terra e dovrà danzare ancora una volta per risvegliare la magìa dell'unicorno.


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    16 - Lyndon HARDY - Il signore delle magie
    Ogni esperto di arti magiche sa che esistono Cinque Livelli del Potere, e che dopo l'apprendistato il giovane praticante diviene, di volta in volta, Taumaturgo, Alchimista, Mago, Stregono e Demonologo. E' a questo punto, e solo a questo punto, che egli ha la facoltà di comandare ai demoni e servirsi del loro smisurato potere. Ma la Demonologia è una scienza pericolosa e aborrita, e chi troppo vuole rischia di fare un'orribile fine. Alodar, tuttavia, è disposto a rischiare: suo padre, un nobile signore del regno di Procolon, è stato ingiustamente privato del titolo e di tutti i suoi beni e ora il giovane intende riconquistarli. Di più: intende ottenere la mano della regina Vendora, ancora indecisa sul campione da scegliere e da portare all'altare. Ma come può un povero Taumaturgo aspirare al letto di una regina? E quali insidie gli prepara il futuro, ammesso che sia tanto coraggioso da mettere in gioco il corpo e l'anima? Alodar di Procolon vivrà una lunga serie di avventure prima di capire la verità sull'antico complotto ordito alla sue spalle, su se stesso e su Vendora.


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    17 - Fred SABERHAGEN - Le terre desolate
    "Nelle Terre Desolate, la spaventosa landa che ricopre gran parte del pianeta e che porta le cicatrici di una guerra che risale a millenni addietro, ma che ha distrutto la civiltà del Vecchio Mondo, arrivano gli eserciti di Ekuman il Satrapo. Disposto a tutto pur di estendere il suo impero, Ekuman fa torturare e mettere a morte Ardneh, considerato uno stregone al soldo degli Uomini Liberi, la resistenza che si oppone all'invasione. Ardeneh, tuttavia, annuncia al nemico un destino terribile e una sconfitta sicura, perchè nelle Terre Desolate sopravvive il ricordo della scienza del Vecchio Mondo, una scienza che forse è in grado di sconfiggere la stregoneria..." Inizia così l'avventuroso romanzo di Fred Saberhagen che Algis Budrys ha definito "un libro che si legge d'un fiato, l'opera di un maestro". Una lunga battaglia non solo fra il bene e il male, ma fra scienza e magia, passato e presente, in un mondo fantastico eppure credibile, delineato alla perfezione.


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    18 - Karl Edward WAGNER - Le trame dell'oscurità
    Inizia con questo volume il viaggio, speriamo a tutti gradito, nel mondo fantastico di Kane, lo spadaccino-stregone creato da Karl Edward Wagner. In questo romanzo (il primo della serie, pubblicato in versione parziale nel 1970, ma qui tradotto nella sua integrità), Kane deve affrontare gli inimmaginabili pericoli del Mare senza Fondo e un avversario degno di lui, come il re dell'arcipelago di Thovnos, Netisen Maril. Kane, infatti, è diventato il campione dell'imperatrice di Pellin, Efrel: un tempo bellissima sirena, è ora ridotta a un mostro ripugnante e senza volto dal tradimento di Thovnos. L'imperatrice cerca a tutti i costi la vendetta, ed è disposta a concedere a Kane i massimi onori purchè distrugga il suo rivale, ma i rischi che il guerriero dovrà affrontare sono terribili. Mercenario, incantatore, vagabondo, Kane è uno degli eroi meglio riusciti del genere "sword & sorcery", dove ai pericoli di ordine naturale si aggiungono quelli di stampo soprannaturale: ma egli non si tira indietro, e il lettore lo segue col fiato sospeso di avvenura in avventura.


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    19 - Andre NORTON - Il potere della luna
    Dieci generazioni dopo i Vecchi Tempi, il mondo dove vive Thora è ancora un regno di insidie e pericoli, agguati e trappole mortali. Non a caso il clan cui Thora appartiene è stato attaccato e decimato dai pirati del fiume: ora la ragazza è responsabile della sua sopravvivenza e deve difenderla con le armi in pugno. Ma Thora non è una donna come le altre: è una Prescelta, e al collo porta l'amuleto con i poteri della Luna. E un giorno, con l'aiuto di un essere dagli occhi rossi e la strana voce sibilante, Thora si mette sulle tracce di un uomo leggendario, un uomo che si chiama Makil e che possiede un potere speciale quanto il suo: quello della spada di Lur. Insieme, Thora e Makil, dovranno affrontare un viaggio pericoloso, scendere in un mondo sotterraneo di macchine senz'anima e affrontare il Signore dell'eterna notte. Solo unendo le loro forze il campione e la Prescelta potranno avere ragione di un nemico potentissimo e minaccioso: le loro avventure danno vita a uno dei più avvincenti romanzi di Andre Norton, maestra della science fantasy e autrice avventurosa tra le migliori della narrativa USA.


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    20 - Darrell SCHWEITZER - Alla morte della dea
    Una donna che cova nel cuore un odio profondo può essere pericolosa come qualsiasi congiurato, ma una donna che oltre ad essere brutalmente gelosa e vendicativa sia anche una strega rappresenta una minaccia che può mettere in gioco le sorti di un regno. Fingendosi morta, la maga di questo brillante romanzo di Darrell Schweitzer si fa calare in una tomba da cui evoca la creatura maledetta con cui ha concepito il suo piano, e, dopo un macabro rituale, mette in atto il suo terribile proposito: il figlio della strega verrà scambiato con il futuro erede al trono di Ai Hanlo e regnerà al suo posto. Così infatti avviene, e, una volta cresciuto, il legittimo principe si rende conto che gli resta una sola carta per sconfiggere i suoi nemici e il potere malefico che lo ha costretto a subire l'ingiustizia e l'esilio: impadronirsi della magia e affrontare le forze dell'abisso con le loro stesse armi. Sarà una battaglia disperata, contro nemici soprannaturali: ma la profezia che parla della morte della dea e del caos di portata cosmica che seguirà a questo evento preannuncia che, se la stregoneria non verrà sconfitta, la stessa Terra si trasformerà in pianeta destinato a vagare nello spazio senza più guida, in balìa di forze sconosciute. La posta in gioco è dunque altissima, ma la dea può risorgere ancora.



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    21 - Ted WHITE - Il mondo di Qanar
    Qanar, che esiste su un altro piano dimensionale, è un pianeta antico in cui l'umanità ha raggiunto in passato le vette della civiltà e ha creato un impero in cui tutti parlavano la stessa lingua. Ma la scienza di Qanar, sotto certi aspetti addirittura prodigiosa, non ha potuto impedire che l'impero perisse in un immane cataclisma naturale di cui più nessuno, dopo duemila anni, sembra ricordarsi. Ora i discendenti dell'antico impero, regrediti e costretti a sposarsi fra loro, vivono sparsi in piccole sacche sulla superficie del vasto mondo di Qanar, misterioso e selvaggio. Solo il continente-isola di Zanor è stato risparmiato dal cataclisma, ma anche qui la popolazione ha subito un notevole regresso; e come gli altri abitanti di Qanar la gente di Zanor ha cominciato a confondere la scienza con la magia. Solo Max Quest, il terrestre esiliato su Qanar dai potentissimi Altri, è in grado di opporsi alle leggi spietate di questo mondo selvaggio, e solo lui riuscirà, forse, a piegare il giogo dei Signori delle Dimensioni. Un romanzo avventuroso e avvincente dovuto alla penna di Ted White, un dei maggiori autori americani di science fantasy.


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    22 - Derek SAWDE - Lo scettro mortale
    Quando nel Mondo di Mezzo si sparge la notizia che Ral la Bellissima è risorta per tessere le sue diaboliche trame nella Foresta Stregata, il gran mago Selenthoril ordina all'ultimo principe di Telmirando di mettersi in cerca dello Scettro Mortale, unica arma in grado di sventare la minaccia. E i Primi Uomini attraversano il Mare Risonante per tornare a Tharang, il Mondo di Mezzo, a dare man forte nell'impresa. La loro destinazione sono le abissali caverne sottomarine della Regina delle Onde, dove è tradizione che sia custodito lo Scettro. Ma la ricerca si rivela più imprevedibile e pericolosa di quanto ci si fosse aspettato, perchè altre creature, più antiche e potenti di Ral e del mago Selenthoril, sono in marcia nelle notti spettrali di Tharang... "Profondamente radicato nel mito, il romanzo appartiene al genere che attinge alle tradizioni più antiche, come avviene per l'Edda in prosa; allo stesso tempo, ci offre lo sfondo di un mito completamente inedito e ci insegna a guardare al mondo in modo nuovo..." (Lester Del Rey).


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    23 - Gardner F. FOX - Kothar e la spada magica
    Il protagonista per antonomasia dell'"heroic fantasy" è un uomo rude e di pochi complimenti, semplice e selvaggio ma dotato di un suo preciso codice d'onore: in altre parole, il barbaro. Kothar, il gigantesco guerriero creato da Gardner Fox, non è secondo a nessuno per coraggio e per bravura nel maneggiare la spada, ma quello che agli appassionati di questo affascinante genere letterario interessa di più è che il mondo in cui Kothar combatte e cerca l'avventura è uno dei più pittoreschi e coloriti in cui ci sia capitato d'imbatterci dopo l'Era Hyboriana di Conan. E' in questa Landa di streghe e demoni, di spade incantate e tesori promessi, di avventure e di malie che prende il via la saga di un uomo solo ma deciso a imporsi sui nemici naturali e soprannaturali che lo circondano. Una saga narrata con ritmo veloce e con un preciso gusto del meraviglioso che ci riporta all'epoca d'oro dell'heroic fantasy.


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    24 - Ted WHITE - La maga di Qar
    "L'umanità quale noi la conosciamo non è il prodotto finale dell'evoluzione, ma solo uno stadio di passaggio. Esistono esseri infinitamente più evoluti e potenti che, in mancanza di informazioni sicure, possiamo definire soltanto gli Altri. E forse gli Altri regnano sulla Terra senza che noi ce ne accorgiamo neppure..." Così dicono certe oscure tradizioni, e il terrestre Max Quest ha scoperto a sue spese che quei poteri esistono davvero. Come conseguenza è stato scagliato nel mondo di Qanar, il sinistro pianeta che esiste su un altro piano dimensionale. Qanar è un mondo antico dove la lotta tra il progresso e la magia non è mai cessata del tutto, il regno dove gli Altri esiliano i nemici più pericolosi. Qui, come i nostri lettori già sanno, hanno preso vita le avventure narrate in Il mondo di Qanar: e qui, per il loro divertimento, Ted White li trasporta di nuovo per narrare un'avventura completamente autonoma che si svolge sullo stesso sfondo. La Maga di Qar è un piccolo classico ritrovato dalla fantasy d'avventura, un nuovo capitolo in una delle saghe più pittoresche immaginate negli anni Sessanta.


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    25 - E. C. VIVIAN - La valle del sogno
    L'avventura in paesi lontani e la scoperta di una "valle nascosta" nella quale si cela un segreto antichissimo o addirittura una razza perduta è uno dei temi più affascinanti della narrativa fantastica, a cominciare dal capostipite del genere che è Lei di H. Rider Haggard. In questo romanzo che è già di per sé una riscoperta (l'autrice lo scrisse negli anni Venti, prima del boom commerciale della fantasy) ci avventuriamo in una terra misteriosa conosciuta come "valle del sonno", dove un gruppo di avventurosi occidentali scopre un segreto portentoso e si rende conto che la natura dell'uomo è molto meno conosciuta di quanto immaginassimo... Un romanzo insolito, dunque, e una storia che non delude il lettore sin dalle sue rocambolesche premesse.


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    26 - L. Sprague DE CAMP - Demone mancato
    "Demone: creatura soprannaturale del folklore sopravvissuta in quasi tutte le religioni, occidentali e orientali, come agente del male, accusatore e calunniatore dell'umanità. Potenza demoniaca, spirito infernale, folletto; creatura delle tenebre". Fino a questo punto il dizionario mitologico. Ma quale sarebbe la definizione di un demone mancato, di uno spirito che non è affatto tenebroso, di una creatura che ha una missione infernale sulle spalle senza averne colpa alcuna? Non pretenderemo di sostituirci al dizionario per trovarne una altrettanto stringata ed efficace, anche perchè il "demone" di questo libro è tutta un'altra cosa. Lasciamo dunque la parola a de Camp, maestro della fantasy avventurosa e ricca di humor, per narrarci, in un romanzo movimentatissimo, le avventure di un gruppo di personaggi che i lettori non dimenticheranno facilmente. La nostra cultura soprannaturale - e l nostro divertimento - avranno tutto da guadagnare.


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    27 - Lloyd Arthur ESHBACH - La terra oltre la soglia
    Secondo una leggenda vecchia come l'umanità, esistono Soglie che mettono in comunicazione il nostro mondo con altri piani di esistenza: dimensioni apparentemente lontanissime, ma in realtà separate da noi da un velo più sottile di un capello. In questi mondi tutto può accadere: la magia è una forza operante e quello che sembra impossibile a noi diventa laggiù la regola di ogni giorno. Non per questo si tratta di mondi scontati, di banali "regni delle fate": al contrario, come dimostra questo avvincente romanzo, il pericolo è ad ogni passo se si cerca di superare una certa porta, un determinato ingresso: e agli eroi di questa terribile avventura occorrerà tutto il loro coraggio per sconfiggere i poteri dell'arcano. Con La terra oltre la Soglia riappare alla ribalta Lloyd Arthur Eshbach, un professionista del genere che è tornato alla fantasy con questo romanzo.


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    28 - Michael MOORCOCK - Il campione eterno
    Il Campione Eterno è uno dei personaggi più completi e straordinari della fantasy, perchè raccoglie in sé le caratteristiche non di uno, ma di molti eroi nello stesso tempo: e non si tratta dei rozzi bravacci della "sword & sorcery", ma dei raffinati e introversi protagonisti cui ci ha abituati la magica narrativa di Michael Moorcock. Fin dall'inizio dei tempi, dice Moorcock, ci è stato un uomo che ha combattuto negli angoli più sperduti del mondo, usando le arti magiche o avversandole, e tutto per inseguire un destino che è enigmatico e incomprensibile ai suoi stessi occhi. Quest'uomo formidabile, Erekose, vive qui la sua prima grande avventura, in un romanzo che resta tra i capisaldi della fantasy inglese. Erekose è qualcosa di più di un uomo ma di meno di un dio, e la sua battaglia contro le forze del Caos, nei vari livelli del Multiverso, è epica e lirica nello stesso tempo, e carica di grandi suggestioni.


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    29 - Andre NORTON - Il mondo delle streghe
    Un uomo in fuga: se vuole salvare la vita deve correre a perdifiato, perchè i suoi inseguitori sono decisi a tutto, anche a uccidere. Un uomo disperato e una "porta" che si spalanca all'improvviso fra le dimensioni, consentendogli l'ingresso in un mondo sconosciuto, estraneo alla nostra esperienza. E' il Mondo delle Streghe, un remoto angolo dell'universo (se poi si tratta del nostro universo) dove vivono antiche tribù e popoli misteriosi dotati di poteri magici; un mondo nel quale le donne, grazie a una facoltà che passa di madre in figlia, possono sfruttare la forza della stregoneria a loro vantaggio. E Simon Tregarth, il terrestre, imparerà che cosa vuol dire essere un naufrago in un regno dove tutto può accadere, dovre il soprannaturale detta legge e dove sta per scatenarsi un conflitto tremendo tra la Luce e l'Ombra, e di cui solo la magia può decidere le sorti. Il capolavoro di Andre Norton, la saga di fantasy più acclamata dal pubblico americano.


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    30 - Ted WHITE - La dimensione dell'incantesimo
    Chi ha seguito le avventure di Max Quest e dei suoi amici in questa stessa collana è già preparato al clima di malie e di insidie che regna su Qanar, l'antico mondo della magia governato dai Signori delle dimensioni. In questo nuovo capitolo della trilogia - che si legge però come un romanzo a se stante - ritroviamo tutti gli ingredienti che hanno reso popolare la saga di Ted White. Un mistero che non riguarda solo la nostra terra, ma il continuum delle dimensioni; un mondo difficile e selvaggio da affrontare; un simbolo che si erge minaccioso a offuscare le stelle, e in cui è forse personificata la quintessenza decimale; ma soprattutto l'ammirevolle miscuglio di scienza e magia, di avventura e sortilegio che fanno del "ciclo dei Signori" una delle saghe fantasy più gradevoli e appassionanti che ci sia dato leggere.


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    31 - Michael MOORCOCK - I guerrieri d'argento
    Un uomo che conosce il dolore e conosce l'amore, che sa cosa sia la morte anche se di lui dicono che sia immortale; gli è stato detto che ha un Destino, anche se non sa quale sia, "a parte quello di essere mosso dalle onde del caso". Un tempo quest'uomo si chiamava John Dakar, poi prese il nome di Erekose, il Campione Eterno, e sterminò la razza umana perchè aveva tradito quelli che riteneva i suoi ideali e perchè amava una donna di un'altra razza: forse una razza più nobile, quella degli Eldren. Con Ermihzad al suo fianco e con il fratello di lei, Arjavh, Erekose aveva governato sugli Eldren, il popolo aggraziato che era esistito sulla Terra per lunghissimo tempo, prima che arrivassero gli esseri umani a sconvolgere la sua armonia. Ora, dopo molte avventure, il campione di Michael Moorcock torna in un nuovo, spettacolare romanzo intitolato I guerrieri d'argento, che è il coronamento di una delle più avvincenti saghe inglesi di fantasy. E la Cronaca della Spada nera si arricchirà di un nuovo, struggente capitolo e di alcuni personaggi indimenticabili.


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    32 - Karl Edward WAGNER - Il guerriero dell'anello
    In una palude che esala miasmi terrificanti, un uomo in cerca di avventure trova un anello con una pietra che subito lo affascina: e anche se un'aura sinistra aleggia intorno all'acquitrino, prende l'anello e parte per un'ignota destinazione. Ma la pietra color del sangue ha proprietà magiche che l'avventuriero non sospetta nemmeno, e di cui si accorgerà Kane, il tenebroso spadaccino inventato da Wagner qui alla sua seconda, incredibile avventura. Kane l'ossesso, Kane che non dà tregua né quartiere, vedrà a sue spese di che cosa è capace il gioiello pescato ai margini di una palude. Ancora una volta una storia intrisa di fatalismo e magia, con un eroe che non ha niente da invidiare ai massimi campioni della fantasy e che ci conduce in un regno al di là del tempo, ma terribilmente reale.


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    33 - Lloyd Arthur ESHBACH - Il gioiello degli dei
    Secondo un'antica tradizione ciò che è fabbricato dagli dei non può essere destinato all'uso di un mortale. Ma gli dei sono orafi abilissimi, un gioiello prodotto dalle loro mani ha un inestimabile valore e può trasformare il destino di un'anima. Tornato alla narrativa dopo anni di silenzio, Lloyd Arthur Eshbach racconta in questo agile romanzo una vecchia leggenda che ha a che fare, tra l'altro, con un bracciale e i suoi mistici poteri. Ma è anche la storia di una lotta mortale per conservare la pace sulla terra e per non dover mai più subire le oscure minacce della negromanzia. L'uomo stesso è un gioiello degli dei: ma nella sua ricerca di talismani contro il male non può fare a meno di usare a volte strumenti proibiti. Con conseguenze pericolosissime...


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    34 - Roger ELDRIDGE - L'isola del mare oscuro
    Marescuro è un'isola lontana dal resto del mondo, abitata da un popolo di pescatori che a stento riescono a ricavarne di che vivere. L'oceano che la circonda è velenoso e continue eruzioni ne minacciano l'esistenza. Inoltre, la leggenda dice che se uno dei ghiacciai che galleggiano nel mare toccherà la riva, al civiltà del'isola sarà perduta per sempre. Un giorno, un giovane che vive a Marescuro, scorge una Bestia terrificante nelle acque e cerca di mettere in guardia i suoi concittadini, ma viene bandito dal villaggio. Comincia così la sua avventura, un viaggio fantastico attraverso un paese descritto con un'accuratezza straordinaria e che concluderà con una portentosa rivelazione sul mistero di quel mondo e delle origini del protagonista.


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    35 - Andre NORTON - Il segreto del mondo delle streghe
    Dopo aver scoperto il Mondo delle Streghe insieme a Simon Tregarth, torniamo in quel regno di incantesimi per scoprire il segreto delle Vergini e in che modo esercitino la magia su un pianeta che si sta avviando rapidamente al crepuscolo. La "stregoneria" delle eroine di questo romanzo, infatti, è legata strettamente alla sessualità e a certi oscuri poteri psichici, ma anche a una sapienza che si perde nella notte dei tempi. Come sempre Andre Norton costruisce i suoi romanzi in modo perfettamente autonomo, e chi non si fosse ancora familiarizzato con il malioso Mondo delle Streghe troverà divertimento e avventura in questo nuovo capitolo della serie che è stata definita "il capolavoro della moderna fantasy americana".


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    36 - Nigel FRITH - Asgard
    Questo è il racconto del giorno di Ragnarok, il crepuscolo degli dei: data fatale per gli Asi che vivono nell'immensa Asgard, e che si abbatterà su di loro quando Balder, il giovane dio del sole, verrà annientato. In questo romanzo, che si riallaccia profondamente alla mitologia nordica, Nigel Frith ricrea un mondo magico e dominato da grandi passioni: quella di Balder per Iduna, dea della giovinezza, quella terribile di Loki, il dio del fuoco che trama contro i suoi fratelli, quelle possenti di Thor e Odino. In un mondo abitato da nani e troll, da elfi e giganti, si profila l'ombra di una guerra cosmica che porterà alla fine degli dei del nord: perchè questo è Ragnarok, il giorno maledetto, anche se il coraggio e la forza potranno rimandare la data dello scontro finale


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    37 - Robert HOLDSTOCK - Lavondyss
    Ai lettori che hanno già amato Il bosco dei Mitago, uno dei romanzi di maggior successo pubblicati in questa collana, proponiamo l'atteso, epico seguito di quella grande avventura, un magistrale romanzo fantastico in cui Holdstock riprende le fila di quanto già narrato e vi aggiunge un indimenticabile viaggio nel regno di Lavondyss, che sorge ai confini del mondo conosciuto. La leggenda dei Mitago si fonde con il suggestivo scenario di questo regno perduto da molti già considerato uno dei capisaldi della fantasy moderna. Ma che cosa attende chi si spinge oltre la grande foresta? E perchè un crudele destino sembra aleggiare su Lavondyss e su chiunque ne faccia il nome? Un libro epico, ma non solo: una grande e poetica avventura oltre i confini dell'immaginazione.


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    38 -Robert HOLDSTOCK - Ultimo atto
    Le splendide avventure narrate ne La foresta dei Mitago e Lavondyss hanno rivelato ai nostri lettori lo straordinario talento di Robert Holdstock, la cui vena immaginaria non ha potuto contenersi nei limiti dei primi due romanzi, e deborda in questa nuova bellissima avventura che fa rivivere la leggenda dei Mitago, le sorti della mitica foresta di Lavondyss e le gesta di personaggi che abbiamo imparato a conoscere e ad amare nei primi due capitoli della saga. Giunta alla sua ora più drammatica, la ricerca dei segreti di Lavondyss coinvolge tutto il magico mondo della Foresta, un ambiente delineato con grande maestria e che ricorda a tratti J.R.R. Tolkien. Ma proprio quando gli incantesimi del male sembrano scongiurati, un nuovo pericolo si affaccia all'orlo dl Mondo e impegna gli eroi del romanzo in una ricerca straordinaria che darà vita all'Ultimo Mito.


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    39 - Andre NORTON - L'erede dell'unicorno
    Secondo una delle più antiche leggende del Continente, l'Unicorno era l'animale magico la cui apparizione poteva significare prodigi soprannaturali e avvenimenti che non avevavo l'uguale nella storia dell'uomo. Ma ormai le antiche tradizioni erano cadute in disuso e quasi più nessuno credeva nella magia dell'unicorno, o alla possibilità di trovarne uno vivo in tutto il Regno. Cinismo, delusione e l'azione malefica dei nemici della terra avevavo cancellato persino il ricordo della vecchia saga. Ma l'Unicorno non poteva scomparire, soprattutto nelle situazioni di estremo pericolo e grande bisogno: così la sua immagine apparve di nuovo fra i boschi del regno, e il suo segreto ancora una volta si intrecciò alle gesta degli uomini per portare luce su una tenebra che rischiava di inghiottire un mondo intero. Simbolico e avventuroso, movimentato e fantastico, questo nuovo romanzo conferma nela Norton una delle più dotate autrici moderne di fantasy.


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    40 - Lloyd Arthur ESHBACH - Gli incantesimi di Scath
    Ricordate Il gioiello degli dei, pubblicato nel numero 33 di FANTASY? Con quel romanzo faceva il suo ritorno sulla scena Lloyd Arthur Eshbach, uno dei più stimati veterani del genere. Ora, con Gli incantesimi di Scath, Eshbach torna ai nostri lettori con un'avventura fantastica raccontata nello stesso ritmo febbrile, con lo stesso gusto per il meraviglioso e l'avvenura che caratterizzano l'età d'oro della fantasy. Incantesimi e stregonerie: ecco l'argomento di questa storia che comincia al di là del tempo, in un mondo dove è possibile trovare antichi amuleti fabbricati dagli dei e imbattersi in maghe nere e bianche, non sempre animate da buone intenzioni. Chi è e che cosa progetta la Maga di Scath? Perchè molti uomini rabbrividiscono solo al sentirla nominare? Quali segreti nasconde il crepuscolo nell'antico regno oltre l'orlo del mondo? Per scoprirlo bisognerà affronatre l'avventura, battersi contro i mostri e soprattutto vincere una delle paure ancestrali dell'uomo: quella dell'ignoto.



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    41 - Fred SABERHAGEN - Le Montagne Nere
    "Il demone apparve a Chup in una ventosa notta d'autunno in un turbinio d'aria i cui vortici sembravano portare con sè l'alito di una vita in embrione". Così comincia questo nuovo romanzo di Fred Saberhagen, di cui i nostri lettori ricorderanno Le terre desolate e l'inizio del crudele, barocco, movimentato ciclo noto sotto il titolo complessivo de L'Impero dell'Est. Siamo nel futuro, in un mondo dove domina la magia ma dove la scienza cerca di risorgere. Siamo in mezzo allo scenario di uno scontro senza precedenti fra arti arcane e la più sofisticata tecnologia, ed è quì che si decideranno le sorti di un regno, di un impero e di un segreto che solo a pochi sapienti è dato custodire. Come ha scritto Lester Del Rey. "Pochi scrittori sanno rendere giustizia a uno scenario tanto vasto, complesso e ricco di personaggi: Fred Saberhagen ha dimostrato di saperlo fare".


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    42 - Gardner F. FOX - Il guerriero stregone
    Dall'infinito Mare Verde al Deserto Rosso, dalle rovine di un'età perduta ma non del tutto dimenticata emerge la figura di uno dei personaggi più interessanti creati da Gardner F. Fox negli anni Settanta: Kyrik, il guerriero dotato di poteri eccezionali e mai tradito dalla fedele Zannablu, la spada che non ha rivali. "I loro tempi non erano come i nostri e gli uomini erano in grado di esercitare magia e stregoneria, l'arte perduta che dava ai membri della loro società il potere di comandare la materia con la forza della mente. Kyrik visse in quel mondo. Era sia un guerriero che uno stregone nell'epoca che precedette la prima era glaciale, quando il cielo ospitava due lune. Questa è la sua storia o meglio l'inizio perchè c'è molto da raccontare di Kyrik e il suo mondo, degli uomini che combattè e delle donne che amò, dei misteri e dei prodigi delle terre in cui si avventurò in sella al suo stallone nero brandendo la spada Zannablu."


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    43 - Michael SHEA - La Leggenda di Nifft

    Nifft è un ladro di professione in un paese in cui la vita e la morte contano poco: ma quando, insieme all'amico Haldar, vede una donna morta da sette anni salvarlo da un branco di lupi giganti e chiedergli, in cambio, di trovare a tutti i costi l'uomo che ha tradito il suo amore, capisce che sta per cominciare un'avventura molto più grossa di quella alla quale si era preparato. Nifft visiterà quattro regni nelle quattro parti di questo sorprendente romanzo, da ognuno riporterà un insegnamento e una vittoria: regni d'incubo, terre al confine con l'inferno, ma anche luoghi di sortilegio e di magia. E andrà perfino a pesca in un mare di demoni, pur di non cacciarsi in un mare di guai. Paragonato a Cugel l'Astuto, il protagonista del ciclo della Terra Morente di Jack Vance, Nifft è in realtà un uomo come tutti noi alle prese con l'avventura e l'ignoto, e alla fine del suo viaggio sarà diventato più maturo e più coraggioso grazie alle prove che avrà saputo affrontare.


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    44 - John JAKES - Ricordati di Atlantide

    John Jakes, divenuto ormai uno dei più popolari narratori americani, ha esordito anni fa con alcuni romanzi di fantascienza e fantasy dalle spiccate qualità inventive. Il libro che oggi presentiamo ai nostri lettori è una grande avventura ambientata ad Atlantide, il mitico continente fiorito diecimila anni prima della nostra epoca, e del suo ultimo re. Ma come avvenne la caduta del potente regno preistorico? Chi causò la sua rovina? Pur raccontando una saga che affonda le sue radici in un passato leggendario, John Jakes non rinuncia a una garbata vena di humour tutta americana e all'irresistibile tentazione di risolvere per noi alcuni dei più sconcertanti e... paradossali enigmi del passato sconosciuto della terra.


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    45 - Andrew J. OFFUTT - Conan e la spada di Skelos

    Conan il cimmero è l'eroe che meglio di tutti incarna lo spirito di quel filone della Fantasy che va noto come "Sword and Sorcery" ossia quel genere di vicende dove il coraggio e la forza si scontrano in un duello senza esclusione di colpi con le potenze oscure della magia. Il presente romanzo apocrifo rientra perfettamente in questa definizione e mantiene puntualmente tutte le promesse che il nome del mitico barbaro creato da Robert E. Howard evoca nella mente del lettore. Maghi, principesse, nomadi del deserto, sono tutti protagonisti di un'avventura ambientata nel mondo iboriano del quale Conan, col suo coraggio e la sfrontata volontà di abbattere tiranni e usurpatori, è il campione più esaltante.


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    46 - Richard A. KNAAK - Drago di fuoco

    Una delle ultime leggende della terra riguarda i Draghi, mitiche creature dotate di poteri soprannaturali che per secoli gli uomini hanno tentato di trovare e domare. Alcuni dubitano che essi siano mai esistiti, altri invece intendono cercarli e sfruttarne le qualità meravigliose. Ma il Drago di Fuoco, grandiosa incarnazione di questo mito che non smette di far tremare il cuore degli uomini, è un simbolo troppo potente anche per i più esperti avventurieri e conoscitori della magia. La sua apparizione è sconvolgente e può cambiare il delicato equilibrio dei Regni, ma il premio finale sarà la giusta ricompensa di tanti pericoli. Un romanzo avvincente come un'avvenura vissuta in prima persona, dove i lettori sono anch protagonisti di ogni pagina, e insieme una storia diversa per il modo in cui rimescola abilmente le carte, creando continue sorprese.


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    47 - Andre NORTON - Tre contro il mondo delle streghe

    Ormai i nostri lettori si sono familiarizzati da tempo con lo scenario incantato del Mondo delle Streghe, un pianeta dove la magia è una forza operante e le donne posseggono doti di telepatia, chiaroveggenza e altre facoltà misteriose. Ma anche chi facesse per la prima volta il suo incontro con il ciclo della Norton - vero capostipite di tutta la fantasy contemporanea, a cominciare dai romanzi di Marion Zimmer Bradley - avrà una gradita sorpresa, perchè come sempre i romanzi del Mondo delle Streghe sono in sè conclusi e non è necessario aver letto i precedenti per apprezzare le nuove avventure. Se è possibile sfidare il potere delle potenti caste che governano il pianeta, se un essere umano può riuscire a piegare la magia alla propria volontà, ebbene i protagonisti di questo nuovo romanzo sono quelli che verosimilmente riusciranno nell'impresa. Verosimilmente...Ma come reagire contro gli imprevisti poteri della notte che qualcuno molto versato nelle Arti sta già manipolando per sbarrare loro la strada? Come sfuggire alle insidie, ai tranelli e ai doppi giochi delle fazioni rivali in questo mondo corrusco e spietato? La risposta si trova in questo avvincente romanzo di fantasy che ci trasporta in un regno incantato si, ma credibile e dettagliato in ogni particolare.


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    48 -Fred SABERHAGEN - Il mondo di Ardneh

    Sullo sfondo di una lotta ad ampio respiro tra magia e scienza, in uno scenario che contrappone le forze rivali dell'Oriente e dell'Occidente, Fred Saberhagen ha costruito un'intensa trilogia d'azione che i nostri lettori hanno mostrato di gradire e apprezzare, e che è stata paragonata all'opera di Tolkien. Nei due romanzi precedenti, Le terre desolate e Le montagne nere, assistevamo alle prime fasi dello scontro tra il vecchio ordine e la spietata volontà del satrapo che vuole imporre il suo dominio su tutta la terra. In Il mondo di Ardneh, con cui si conclude la trilogia nota anche come "L'impero dell'Est", l'imperatore John Ominor ritiene, soddisfatto, di avere messo con le spalle al muro i suoi nemici, ma la battaglia sta per avere una svolta imprevista e le sorti dell'antica terra sono messe nuovamente in gioco. "E' l'opera di un maestro" (Algis Budrys). "La più audace serie di science-fantasy che abbiamo letto dopo il ciclo di Darkover di Marion Zimmer Bradley". (Isaac Asimov's SF Magazine).


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    49 - Nancy Varian BERBERICK - L'ombra della settima luna

    L'ombra della settima luna è un romanzo che si svolge in Gran Bretagna nell'alto medioevo, l'epoca in cui i sassoni combattevano contro i celti e fra di loro, mentre i cristiani cercavano di sopprimere i non-cristiani. Sullo sfondo di tutto questo si agitano le leggende del popolo dei Nani. Un tempo i Nani popolarono tutta la terra e diventarono famosi come saggi e guerrieri. Poi venne l'uomo con il suo nuovo dio, e per Odino giunse il tempo di mietere in battaglia le anime dei Primogeniti. Così i Nani caddero sotto le armi dei nemici e non ebbero più figli. Ora di quell'antico popolo sopravvive solo Garroc, il cantastorie. Affaticato dal peso di tre vite e dalla necessità di preservare la memoria dei Primogeniti, egli racconta la grande leggenda a una donna umana. I Nani sono scomparsi, ma almeno una donna ricorda la magica canzone di Garroc... le epiche battaglie di sette lunghe lune, quando la terra era dominata da guerrieri e grandi capi, da sfide impossibili, sortilegi e magie.


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    50 - Frank FRAZETTA, James SILKE - Il segno dell'elmo

    In un'epoca remota e in un passato leggendario, molto prima che l'Atlantide sprofondasse tra le acque dell'oceano, al posto del mare Mediterraneo si estendeva un'immensa pianura che un'orda di guerrieri feroci e assetati di sangue, i Kitzaak, si preparava a devastare. Lo scenario e le premsse del romanzo, come il lettore si sarà accorto, ricordano abbastanza da vicino l'esotica ambientazione delle avventure di Conan, ma la somiglianza è solo apparente: Frank Frazetta, il grande illustratore americano di fantasy, ha creato con James Silke un personaggio nuovo e tragico, valoroso e sfortunato, che i nostri lettori impareranno ad apprezzare. Si tratta di Gath di Baal, l'eroe deciso a opporsi alla sanguinosa invasione dei Kitzaak. Gath potrà riuscire nella sua impresa, ma in cambio gli dei esigeranno che paghi un prezzo altissimo: trasformatosi in un'incarnazione della morte, in un terribile guerriero dall'elmo d'acciaio, d'ora in poi sarà il prigioniero dell'elmo cornuto, una figura terrificante e invincibile che ricorda il mito della nostra maschera di ferro. Un originale contributo di Frazetta alla fantasy scritta, dopo tanti eccelnti contributi visuali.


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    51 - Avram DAVIDSON, Grania DAVIS - Marco Polo e la bella addormentata

    Nella fantasy americana degli ultimi anni ha preso sempre più consistenza un filone che potremmo chiamare "favolistico": riscrivere in grande stile le fiabe della tradizione aggiungendovi, ovviamente, una ricca dose di avventura e un gusto della narrazione tipicamente moderno. In questo romanzo Avram Davidson, un maestro della letteratura fantastica, il nobile viaggiatore veneziano Marco Polo vive alla corte dell'imperatore della Cina, il quale si è talmente affezionato a lui e alla sua famiglia da non permettere che lasci il regno. Marco, però, è deciso a tornare a Venezia e l'imperatore acconsente a un patto: che prima compia per lui l'ultima, eroica impresa. Si tratta di trovare la Principessa Dormiente, una bellissima creatura di cui si favoleggia in tutto l'impero e che un incantesimo ha piombato in un sonno simile alla morte. Marco acconsente e parte per la più incredibile, straordinaria e inattesa delle sue avventure...


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    52 - Gardner F. FOX - Kothar e lo stregone

    "Belthamquar, padre dei demoni, ti invoco! Thelonia, matrona dell'inferno, ascolta la mia preghiera! Venite a noi, umili supplici, o grandi esseri degli Altri Mondi..." Così urla l'incantatrice Samandra, nel pentacolo dipinto col sangue umano al centro del pavimento. L'avventuriero Kothar non teme nella e nessuno, ma la sua nuova missione comincia all'insegna delle disgrazie e i neri sortilegi della maga non sono certo un buon auspicio. Dopo aver salvato una ragazza zingara, Stefanya, che è in realtà l'aiutante del mago Elviriom, Kothar prosegue la marcia alla volta di Phalkar, il regno in cui deve incontrare il reggente Herakon e consegnargli un misterioso amuleto. Una volta a destinazione, Kothar scopre che Herakon è prigioniero nei sotterranei del palazzo reale e qualcun altro regge al suo posto le fila della politica e del governo. Quali sono i veri scopi dell'incantatrice Samandra? E chi è, in realtà, il re Unus? Questi e altri interrogativi andranno sciolti al più presto, prima che l'orrore si abbatta su Phalkar e sul mondo intero.


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    53 - Geoff RYMAN - La magia di Cara

    Cal Cara Kerig è ancora una bambina quando sua madre viene uccisa per aver osato spingersi nel Pozzo delle Visioni, dove solo agli uomini è dato di accedere. Ma a prezzo della vita la madre di Cara ha avuto una visione agghiacciante del futuro che sta per abbatersi sul popolo di Gara han Gara, il cui nome significa Dolce Pressione sulla Terra. E tutto, a quanto pare, per colpa di Cara... Passano gli anni e l'intera famiglia di Cara viene annientata: suo padre e i fratelli soccombono agli invasori inumani che l'oracolo aveva sinistramente preannunciato. Sconvolta dall'ira, e per vendicare i suoi, Cara ricorre a un mezzo estremo: con l'aiuto della magia si trasforma in un guerriero maschio e decide di farsi giustizia da sè. Ma mille pericoli l'attendono: i soldati che si muovono come ragni, gli uomini d'argilla e altri ancora. Ma poi Cara scopre che per sconfiggere i nemici bisogna interrompere la spirale di violenza, non perpetuarla: che per cancellarli bisogna renderli immortali. Un enigma che verrà sciolto solo alla fine, da quello che viene già considerato uno dei migliori nuovi autori di fantasy.


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    54 - Karl Edward WAGNER - La crociata nera

    "Non c'è scampo, laggiù." "Come?" L'inseguito si girò, studiando a fatica le ombre. "Non c'è scampo per te, laggiù" ripetè la sagoma vestita di nero. "Non nella tana di Yslsl." Una mano secca sgusciò dal mantello scuro e indicò la torre di pietra nera che si levava nel cielo senza stelle. Il guerriero ferito seguì con gli occhi quel gesto, alzando il capo verso la massa scura della torre abbandonata, e ormai diventata oggetto di innumerevoli leggende sinistre. Ma quella notte le guardie che l'inseguivano - armate di torce e spade - facevano apparire come un rifugio ben gradito perfino la bocca spalancata del portone e la scala a chiocciola zeppa di ragantele... Così inizia La crociata nera, ultima avventura di Kane e uno dei più bei romanzi di Karl Edward Wagner, il massimo autore di sword & sorcery contemporaneo. Ancora una volta il guerriero maledetto dovrà battersi da lupo, col solo aiuto di una spada implacabile e di un'astuzia febbrile che sa come sventare persino gli orrori della negromanzia.


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    55 - Tanith LEE - Gli imperi azzurri

    Le Cronache di Paradys raccontano di un mondo lontano e stregato in cui la magia decideva la sorte degli uomini, e creature diaboliche si riversavano dall'abisso sulle contrade della terra. Un mondo crepuscolare, fatato, fatto di sensualità e terrore, di avventure epiche e terribili apparizioni, ma soprattutto di uomini e donne decisi a scoprire il mistero che si nasconde dietro ognuno di questi portenti. Le Cronache di Paradys sono una specie di Libro dei dannati in cui la volontà di pochi coraggiosi si misura contro le più sinistre manifestazioni del Male, per tentare di ristabilire un equilibrio che una volta esisteva su tutta la terra e che è stato definitivamente lacerato. In questo volume Tanith Lee ci guida nei labirinti del suo regno dell'incantesimo mostrandoci le sue leggende sacrileghe e i suoi riti misericordiosi, in una mirabile fusione di fantasy e orrore ma soprattutto di sensualità e avventura.


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    56 - Peter MORWOOD - Signore dei demoni

    Dopo aver vendicato la distruzione della sua famiglia - un'impresa, che gli ha richiesto quattro anni - il giovane Aldric Talvalin sente che è giunto il momento di ricominciare a vivere, nonostante la perdita della donna che amava. Così si spinge verso i confini del turbolento impero di Drusalan, e nelle foreste che coprono l'altipiano di Jevaiden si imbatte nel cacciatore Evthan e nella sua bella nipote. Aldric viene a sapere che la ragazza è la legittima erede di una roccaforte caduta in mani poco amichevoli e decide di scortare la coppia verso la fortezza di Seghar. Ma una volta arrivato si rende conto che il castello è dominato da uno spirito maligno, e che solo la sua sconfitta - e quella del tenebroso dio che l'ha inviato - potranno permettere la liberazione della rocca e della terra che la circonda.


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    57 - Baird SEARLES, B[rian] THOMSEN (a cura di) - Il piccolo popolo. Storie di nani e hobbit

    Per quanti non lo sapessero, il magico mondo della fantasy non è popolato solo da barbari selvaggi, bellissime maliarde e principesse in pericolo. Tra le ombre del sottobosco, nei tronchi cavi degli alberi millenari, e nelle vallate più nascoste, vive un Piccolo Popolo dal cuore grande. Hobbit, folletti e gnomi sono, dai tempi di Tolkien, personaggi indispensabili in una avventura fantasy che si rispetti. La tradizione ha tuttavia tributato loro sempre una posizione secondaria, come se la mancanza di centimetri si riflettesse anche sul coraggio, dote indispensabile per diventare eroi. Quest'antologia, cui partecipano alcuni tra i migliori autori fantasy, quali R.A. Salvatore e Judith Moffett, ci propone invece un'immagine nuova dei piccoli abitatori del bosco: buffi, teneri ma anche insospettabilmente coraggiosi e arditi.


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    58 - Michael MOORCOCK - La saga di Gloriana

    In un paese che non appartiene al nostro mondo, ma che assomiglia in modo stravagante al regno di Elisabetta I, domina incontrastata la regina Gloriana, sovrana di Albione e del Kansas. Come se non bastassero gli intrighi di corte, ecco spuntare sinistra la minaccia della magia: e la sorte del regno dipenderà dalle capacità amatorie di un solo uomo, il capitano Quire, mentra la regina è segregata nelle stanze del palazzo prigioniera dei suoi stessi desideri, il guerriero deve affrontare un complotto che minaccia di rovesciare le sorti di Albione. Seduttore, assassino e spadaccino senza pari, Quire è un eroe straordinario e tutto il reame con il fiato sospeso aspetta l'esito della sua impresa... Un'avventura mozzafaito dell'autore dei "Guerrieri d'argento"e del "Campione eterno", e che ha riscosso un enorme succeso in libreria nella collana Biblioteca di Fantasy.


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    59 - James SILKE, Frank FRAZETTA - I signori della distruzione

    Perchè Tivy, la blasfema sacerdotessa dell'Oscura Veshta, cerca con tanto accanimento Robin Chiomadilago, l'unica fanciulla in grado di liberare Gath di Baal dall'incantesimo dell'Elmo Cornuto? Da quale inferno provengono i mostruosi guerrieri conosciuti come "i Signori della Distruzione"? Sul mondo fantastico creato da James Silke e ispirato ai dipinti del celeberrimo Frank Frazetta si abbatte una spirale di violenza inaudita cui solo Gath di Baal può porre termine. Per farlo dovrà ancora una volta indossare l'Elmo cornuto che, rubato al Signore delle Tenebre, gli assicura l'invincibilità ma a un caro prezzo. L'elmo infatti esercita su chi lo indossa un potere malefico che solo la dolce Robin può controllare. Ma Robin cade presto prigioniera e viene condotta a Pyram, la città maledetta dove regna Tivy. Per ritrovarla Gath può contare sull'aiuto di Brown John, il bukko, il giovane Jakar e Cobra la Regina dei Serpenti, un tempo seguace di Tivy. Contro di loro è schierato un esercito mostruoso che alla forza delle armi unisce la terrificante potenza della magia nera.


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    60 - Greer Ilene GILMAN - La saggezza della luna

    Per anni Ariane e Sylvie si sono avventurate in un reame fantastico, creato dalla loro fantasia e alimentato dai loro sogni. Ma l'incantesimo che le unisce sembra destinato a svanire. Ariane, dopo una lunga assenza scopre che quel ponte si è infranto. L'Universo magico che ancora appartiene ala sua amica la respinge, se ne sente esclusa senza possibilità di venirne riammessa. Quando Ariane tenta di recuperare i sogni della loro giovinezza, Sylvie scompare perduta in una foresta ai limiti tra il mondo reale e quello fantastico. Inzia così per Ariane una doppia ricerca, quella della sua amica e quella dei suoi sogni di ragazza, un viaggio nelle tenebre dove si annida un nemico che ha addirittura fermato il Tempo.



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    61 - Marion Zimmer BRADLEY (a cura di) - Storie di spade e magia. Parte prima
    "Spada e Magia" sono due parole che definiscono un genere della Fantasy da sempre prediletto dal pubblico maschile. Vi si trovano infatti gesta eroiche di nerboruti guerrieri barbari opposti a biechi stregoni preoccupati solo di precipitare il mondo nell'oscuro baratro delle tenebre. Le donne, sebbene sempre presenti, partecipano raramente all'azione, al massimo rappresentano lo stimolo o il premio per l'eroe di turno. Da qualche anno, tuttavia, il filone "Spada e Magia" si è arricchito di nuove tematiche suggerite da alcune scrittrici, come Emma Bull, Jennifer Roberson e Deborah Wheeler, ben decise ad affermare una via femminile anche in un universo fantastico dominato, fino ad ora, dagli uomini. Il risultato è stato sorprendente, e questa antologia, che costituisce il primo di due ricchi volumi, ne è la prova. Marion Zimmer Bradley, autrice ella stessa di una serie di romanzi di successo, ha raccolto una corposa serie di storie di Spada e Magia le cui protagoniste dipingono un arazzo fantasy al femminile. Guerriere, maghe, ladre e semplici contadine si trovano così al centro di vicende fantastiche create dai migliori scrittori del genere.


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    62 - Terry BROOKS - il magico regno di Landover
    Landover è un vero regno magico, con tanto di fate e maghi, proprio come promette l'annuncio pubblicitario destinato ai Vip della Terra. Ma ciò che l'annuncio omette è assai importante. E grave. Se ne accorge presto Ben Holiday, che ha comprato il regno con l'intento di diventarne il re. Il paese è in rovina, anche perché da vent'anni manca un monarca; i Baroni si rifiutano di riconoscere in Ben il loro nuovo sovrano; i poveri contadini sono disperati; un drago devasta le campagne; e un vero e proprio demone aspetta Ben al varco per sottoporlo all'ultima prova prima che gli possa venir concessa la corona. Come se non bastasse, il Paladino, leggendario difensore dei re di Landover, è ridotto a una corazza d'acciaio vuota. Ben trova anche qualche amico, certo, ma di poca utilità. Trova, ad esempio, il Mago di Corte, incompetente e pasticcione, e Abernathy, il cane parlante che un tempo era lo Scrivano del re, e la bella Willow, che ha la cattiva abitudine, quando c'è il chiaro di luna, di mettere radici e trasformarsi in albero. Con queste premesse,Ben Holiday comincia a disperare di poter regnare da monarca saggio e lungimirante sul disastrato regno... Il magico regno di Landover è il primo libro di una trilogia, che ha già riscosso notevole successo nell'edizione per libreria.



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    63 - Isaac ASIMOV, Martin H. GREENBERG e Charles G. WAUGH (a cura di) -Il Regno Incantato
    Fate, folletti e maghi sono i protagonisti di un mondo fantastico, un universo magico che la fantasia di molti scrittori ha alimentato per anni. In questa antologia, curata tra gli altri dal grande Isaac Asimov, sono raccolte opere brevi di scrittori ormai diventati delle pietre miliari della letteratura fantastica quali Philip K. Dick, Andre Norton, Poul Anderson e Henry Slesar. Ognuno di loro ha ritratto con colori e toni personalissimi l'universo fantasy regalandoci un sempre più originale approfondimento del genere di cui questa antologia può essere considerata il manifesto. Dove troverete, tra l'altrp, incantesimi, mondi fatati, maghi e principesse.


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    64 - Susan M. SHWARTZ - Calice di sangue

    Il Santo Graal, il calice che secondo la leggenda raccoglie il sangue di cristo, è stato al centro di molte favolose saghe di eroi e cavalieri. Susan Shwartz, esperta di mitologia arthuriana, ci propone una sua versione della classica Cerca la cui protagonista è Kundry, una donna sola in un universo pericoloso popolato da guerrieri e da maghi. Kundry è stata cortigiana, contadina, cuoca e persino strega ma mai come in questa occasione si è trovata al centro di una girandola di così incredibili avventure. Il pericolo maggiore è rappresentato dal mago Klingsor che, dopo molti tentativi, è riuscito a impadronirsi del santo Graal. Ma il Calice di Cristo possiede un potere magico che solo gli uomini (o le donne) puri di cuore possono controllare... E la leggenda ricomincia, arricchita di una vena fantasy che colora il mito di inedite emozioni.


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    65 - Margaret WEIS, Tracy HICKMAN - La spada nera

    Nel mondo incantato di Merlion, la magia è vita quotidiana. Nato senza capacità magiche, Joram viene dichiarato Morto e i diritti di nascita gli vengono negati. Ma riesce ugualmente a diventare adulto in uno sperduto villaggio di campagna, nascondendo la sua mancanza di poteri magici con una costante vigilanza e una grande abilità nei giochi di prestigio. Costretto a uccidere un uomo per autodifesa, Joram non riesce più a mantenere il suo segreto agli occhi della gente: è privo di poteri magici, quindi di vita. Eppure vivrà, e il suo destino sarà grande.


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    66 - Roger TAYLOR - Il richiamo della spada

    Da tempi inimmaginabili la fortezza di Anderras Darion è rimasta abbandonata, dominando maestosa il territorio circostante. Un giorno però arriva uno straniero. Il suo nome è Hawklan e viaggia con un corvo come unico compagno. Nel frattempo la pace così difficilmente raggiunta dopo un'estenuante lotta contro il Male sembra nuovamente vacillare. Rgoric, sovrano di Fyorlund e protettore della pace, è caduto sotto la nefasta influenza di Lord Dan-Tor e in tutto il paese serpeggiano sinistri presagi di una nuova offensiva delle forze del male. Ed è proprio nelle remote segrete di Anderras Darion che Hawklan sente il richiamo di una oscura potenza che, sebbene sconosciuta, gli suona familiare richiamandolo alle armi... Il richiamo della spada rinnova la tradizione di Tolkien e Donaldson con un'avventura dove mistero e fantasia si fondono in una vicenda che non sarà facile dimenticare.


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    67 - Stephen R. DONALDSON - La conquista dello scettro
    Thomas Covenant è uno scrittore di successo. Ha una bella famiglia, è ricco e felice. Un brutto giorno scopre di essere stato colpito da una malattia ributtante e sconvolgente. Ben presto, attorno a lui si fa il vuoto. La moglie lo lascia, gli amici lo evitano. Diventa un recluso. Una volta è quasi investito da un'auto della polizia. Quando rinviene, si trova in un altro mondo. Qui è accolto come un mitico eroe, Berek Mezzamano, di cui le leggende parlano come di un salvatore dotato di magici poteri. Thomas Covenant non crede a quanto gli accade, ma si lascia travolgere dagli eventi. La nuova Terra che lo ospita è sconvolta da un'apocalittica lotta contro forze malvage. Gli viene affidato un messaggio, una missione. Thomas Covenant, ormai prigioniero di quello che lui crede essere un sogno, per il suo atteggiamento antieroico verrà soprannominato l'incredulo. Inizia con questo volume la più strepitosa trilogia di fantasy del dopo-Tolkien, ambientata in un mondo incredibile eppure plausibile, con un eroe che rifiuta il proprio ruolo, alla ricerca di uno scettro per portare pace dove regna il terrore.



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    68 - C. J. CHERRYH - Il Paladino

    Sul paese dei Chiyaden si scatena l'orrore: morto il vecchio imperatore, passata la corona nelle mani di un debole erede, non c'è limite alle atrocità e alle ingiustizie commesse dal malefico Ghita, il condottiero che minaccia di distruggere per sempre pace e prosperità di quella terra. Ma sulle montagne si è ritirato, in volontario esilio, qualcuno che potrebbe capovolgere le sorti della situazione (purché accettasse di prendere le armi di nuovo). Convincere Shoka a difendere la terra di Chiyaden non sarà semplice, tanto più che il paese degli umani è circondato dai misteriosi regni dei demoni e dei maghi, dei draghi e del sortilegio. Ma al paladino non manca certo il coraggio: non era certo la paura a trattenerlo sulla montagna. Così, una straordinaria coppia di eroi si avanza a cercare vendetta e giustizia in questo nuovo romanzo di C. J. Cherryh, ricco d'azione ma anche di mistero.


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    69 - Piers ANTHONY - La spada rossa

    Mym, figlio di un potente quanto autoritario rajah, è costretto a fare una drastica scelta. Piuttosto che seguire ciecamente gli ordini del padre e sposare una donna che non ama, decide di sfidare la sorte e impugnare la Spada Rossa, un'arma che è anche un simbolo e che trasformerà il principe Mym nell'incarnazione stessa della Guerra. Diventato immortale, trasferito su un piano di realtà che non è lo stesso di quello umano, Mym tenta di battersi per ristabilire la giustizia sulla terra, ma deve ben presto accorgersi che non ci sono guerre giuste e che dietro ogni faida dell'uomo vi sono le macchinazioni dell'Avversario, il demonio potente e invincibile. Non resta, dunque, che sfidarlo sul suo stesso terreno e scendere negli inferi, per organizzare la rivolta dei dannati contro Satana. Piers Anthony, l'autore del famoso ciclo di Xanth, torna con uno dei suoi temi prediletti: che accadrebbe se un uomo qualsiasi, uno come tutti noi, acquistasse i poteri di un semidio e potesse competere con le forze più oscure del Fato e della Natura?


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    70 - Margaret WEIS, Tracy HICKMAN - La rosa del profeta

    Sin dal momento in cui il Tempo ebbe inizio, venti Dei governavano l'Universo. Poiché ognuno di loro possedeva differenti capacità, ciascuno era potentissimo e invincibile all'interno dei confini del proprio regno. Ma adesso, uno di loro ha deciso di ribaltare l'equilibrio delle forze, lasciando che gli altri si battano fra loro per il controllo del nuovo ordine che ne è scaturito. Comincia in questo fascicolo il racconto della Grande Guerra degli Dei e del valoroso popolo dal quale dipende il destino di tutti. Il Dio del Deserto, Akhran il Vagabondo, richiede che due dei clan che si sono sempre combattuti, si fondano fra di loro. Malgrado l'odio che li divide, la fede ha il sopravvento e i due popoli s'inchinano alla sua volontà. Nemici dalla nascita, il grande Principe Khardan e l'impetuosa principessa Zohra dovranno unirsi in matrimonio per arrestare l'avanzata di Quar, il Dio della Realtà, della Rapacità e della Legge, che vuole farli schiavi. Comincia così una lunga saga, divisa in tre volumi, raggruppati sotto il titolo generale di "La rosa del Profeta": un nuovo capolavoro della coppia che ha rivoluzionato la Fantasy moderna


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    71 - James SILKE, Frank FRAZETTA - Il dente e l'artiglio

    Il guerriero dall'elmo cornuto è alle prese, in questo nuovo romanzo di James Silke, con la più pericolosa delle sue avventure. L'antica nemesi che lo costringe a vagabondare per il mondo chiuso nella ferrea armatura del giustiziere immortale si trasforma quasi in un'ossessione, in un bisogno personale di vendetta e distruzione. Non è un caso, infatti, che il guerriero sia noto anche come il Dispensatore di Morte, e che fosse proprio questo l'appellativo con cui lo battezzò il suo creatore, il grande illustratore fantasy Frank Frazetta, in un celebre dipinto degli anni Settanta. Oggi Frazetta, con l'aiuto di un romanziere del calibro di Silke, trasporta il suo personaggio nel mondo della fantasy letteraria e narra le sue gesta a un pubblico più vasto, più esigente di lettori, tracciando davanti ai nostri occhi una rossa odissea di violenza e di coraggio, ma anche di sortilegi e incantesimi.


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    72 - Marion Zimmer BRADLEY (a cura di) - Nuove storie di spade e magia

    Prosegue con questo volume la pubblicazione della famosa serie di antologie Sword and Sorceress, curate da Marion Zimmer Bradley e accolte con tanto favore anche dal pubblico italiano. Ne sono protagoniste donne e uomini memorabili: amazzoni e incantatrici, re e stregoni, principesse e bacchette magiche pronte a intrecciarsi in un micidiale duello fra il bene e il male, fra la giustizia e la malvagità senza freni. Date le particolari caratteristiche della raccolta, accanto alle autrici più affermate il lettore scoprirà i nuovi talenti della fantasy anglo-americana, oltre a quelli che sono già diventati i moderni classici dell'avventura. Lasciatevi dunque trasportare in un mondo di malie e duelli, di congiure e seduzioni, di mostri e reami incantati, guidati dall'espertissima mano di Marion Zimmer Bradley, l'autrice che ci ha fatto sognare con Le nebbie di Avalon.


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    73 - Lois McMaster BUJOLD - Terra di incantesimi

    Qualcuno ha detto che nell'arte di Benvenuto Cellini c'è qualcosa di magico... e in quella di Mastro Beneforte, allora? Anche lui creatore di oggetti squisiti, anche lui orafo e artista d'eccezione, ha un vantaggio rispetto all'illustre maestro: i suoi calici e le sue sculture, i suoi scrigni e le altre gioie hanno veramente il potere dell'incantesimo. E sua figlia Fiammetta, una ragazza scapigliata come poche, vorrebbe conoscere i segreti del genitore. Finora la saggezza ha indotto Mastro Beneforte a non metterla a parte delle sue arti arcane, ma un giorno la situazione precipita: il suo mecenate è stato assassinato, la vita di Mastro Beneforte e della giovane Fiammetta sono in grave pericolo. A questo punto, solo un incantesimo potrebbe salvarli... o più d'uno. Terra di incantesimi è il nuovo romanzo di Lois McMaster Bujold, l'autrice che ha vinto i premi Hugo e Nebula.


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    74 - Richard A. KNAAK - Il drago di cristallo

    Un mago ossessionato da incubi spaventosi potrebbe essere giudicato, da molti, una persona pericolosa e da evitare, ma in questo affascinante romanzo di Richard A. Knaak - uno degli autori che hanno fatto la fortuna della saga di Dragonlance - diventa addirittura l'eroe. I suoi sogni, infatti, inducono Cabe a recarsi nella terra di Legar, dove una banda di predoni ha resuscitato il dimenticato popolo dei Quel, una razza non umana. Ora, con l'aiuto della stregoneria Quel, i predoni si accingono a seminare morte e distruzione nel regno, ma gli antichissimi e mostruosi signori hanno ben altri piani... Anzi, ben presto essi diventeranno l'incubo di Cabe e di tutta l'umanità, a meno che il mago non riesca a fermarli. Come? Facendosi strumento dell'antichissimo signore dei rettili, il Drago di Cristallo di cui parlano le leggende.


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    75 - Terry BROOKS - L'unicorno nero
    E' passato un anno da quando Ben Holiday ha comprato dal mago Meeks il Magico Regno di Landover... per scoprire che la strada verso la corona era disseminata di trappole e pericoli predisposti dallo stesso Meeks. Ma Ben ha vinto con l'aiuto di tre fedeli amici: Questor Thews, un mago di corte malamente addestrato: Abernathy, un cane parlante; e la bella Willow, che di tanto in tanto è costretta a trasformarsi in albero. Ora Ben racconta di aver fatto un sogno inquietante a proposito di Miles Bennett, suo ex socio. Nel sogno, Bennett è in grave pericolo. E anche i suoi amici hanno fatto dei sogni che sono quasi incubi, e in un primo momento la coincidenza li turba, ma viene considerata comunque una coincidenza. Poi, Ben si sveglia nel cuore della notte per trovarsi davanti Meeks, il quale afferma di essere stato lui a mandare i sogni. E non solo: giura di essere in possesso del medaglione che dà al re il potere di convocare il Paladino, il misterioso protettore de regno. Meeks assume per incantesimo le sembianze di Ben, e Ben si trasforma in un miserabile vagabondo. E si trova così abbandonato persino dagli amici, che non lo riconoscono più, mentre i nemici sembrano conoscere alla perfezione la sua identità. E senza il medaglione, lui non potrà chiede l'aiuto del Paladino...



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    76 - Poul ANDERSON - La saga di Hrolf Kraki

    Una saga danese contemporanea di Beowulf e non lontana nel tempo da quella famosissima dei Nibelunghi: Poil Anderson l'ha raccolta per noi e raccontata in linguaggio moderno, offrendoci un esempio meraviglioso di fantasy storica basata su fatti leggendari ma non impossibili, e accuratamente ambientata nel mondo dei popoli nordici, i valorosi danesi e i vichinghi. Hrolf è figlio di un uomo coraggioso caduto in un'imboscata traditrice, e su di lui già pesa il destino di una vita piena di lotte e avventure. Gli indovini lo sanno. Hrolf Kraki sarà un predone, diventerà un guerriero, fino a conquistare il trono di un regno islandese. Un capolavoro della fantasy che rivaleggia con Tre cuori e tre leoni e soprattutto con La spada spezzata, i romanzi di Poul Anderson che l'anno giustamente fatto apprezzare come uno dei pochi, autentici "bardi" moderni.


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    77 - Autori VARI Miti Fiabe & Guerrieri

    Accanto alla "heroic fantasy", che è quel genere in cui la fanno da padroni eroi muscolosi di origine barbarica sempre con la spada in mano e pronti a fare a fette chiunque, si è sviluppato un altro genere, quello dei miti, anzi dei M.I.T.H., dove a muoversi è un eroe alquanto incompetente ma dotato di buona volontà. Se poi al suo fianco ci mettete un familiare che si rispetti sotto forma di una creatura dalle diaboliche origini, si ottiene la coppia Skeeve-Aahz, sempre pronta a cacciarsi nei guai per risolvere MITHici misteri. Ma non tutto nella fantasy è mitico o eroico: c'è anche il lato fiabesco, quello che sogna di antichi regni e di giovani fanciulle in pericolo, di creature dei boschi e di unicorni fatati, di Re e di Regine, di eroi puri di cuore e di malvagi dai perversi desideri. E tutti essi hanno bisogno dei loro cantori. Che trovano in una schiera di autori molto noti nel campo della Fantasy, come Tanith Lee o Jane Yolen o Emma Bull, cui se ne affiancano altri che devono la loro fama ad altri generi letterari, come Garry Kilworth, Greg Bear o Dan Daly, con un passato fantascientifico alle spalle. Un modo nuovo, diverso, affascinante di raccontare sogni e desideri, di creare fiabe moderne con un linguaggio antico e universale.


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    78 - Tom DE HAVEN - Il vagabondo del Re

    L'emissario dei Mondi
    Lo Sterminatore dei Mondi
    Il Sopravvissuto dei Mondi

    Jack l'Emissario è in pericolo. Ha scoperto il segreto del "Mago dei Quattro, Mago di Fortuna", e deve comunicarlo al Re di Lost-withal... ma l'Ordine delle Cose esige che sia il Re a convocarlo. Nell'attesa, Jack deve restare in vita, e a questo scopo si rifugia a Kemolo - il mondo che noi conosciamo come "Terra" - dove viene subito braccato dai segugi del mago, aiutati da un istinto magicamente infallibile.
    Ma Jack non è solo. Accanto a lui si raduna a poco a poco un gruppo di riluttanti alleati: Geebo, un uomo al quale è stata cancellata la memoria... Herb Dierickx, l'autista del ricco e potente Gene Boman... Jere Lee, una donna che ha perduto tutto tranne la dignità... Money Campbell, la giovane amante del ragazzo miliardario. Lo scontro tra personaggi magici e uomini e donne di oggi inizia tra le strade di New York, per spostarsi poi sulle rive del Lago Nero, a Lostwithai; in gioco è il destino, e forse la stessa sopravvivenza, di tutti e quattro i Momenti della Creazione che costituiscono il complesso universo di Jack, il Vagabondo del Re.


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    79 - Martin H. GREENBERG (a cura di) - Sulle Orme del Re

    REAVE IL GIUSTO STEPHEN R. DONALDSON
    IL PONTE DEI TROLL TERRY PRATCHETT
    LUNGA NOTTE DI VEGLIA AL TEMPIO ROBERT SILVERBERG
    IL DRAGO DI TOLLIN ELIZABETH ANN SCARBOROUGH
    FIDARSI POUL e KAREN ANDERSON
    LA VESTIZIONE DEI POZZI JOHN BRUNNER
    LA COMPAGNIA DEL DRAGO PATRICIA A. MCKILLIP
    L'ANATRA DA RICHIAMO HARRY TURTLEDOVE
    NOVE FILI D'ORO ANDRE NORTON
    L'UOMO DELLE EVOCAZIONI CHARLES DE LINT
    LA CASA DEI NANI DENNIS L. MCKIERNAN
    ORO E ARGENTO EMMA BULL
    SU NELL'ARIA KAREN HABER
    IL NAGA PETER S. BEAGLE
    LA RIVOLTA DELLE FATE CONFETTO MIKE RESNICK
    IL RE DELL'INVERNO JANE YOLEN
    GROTTERDAMMERUNG BARRY N. MALZBERG
    LA STRADA LUNGO IL FIUME GREGORY BENFORD
    LA MORTE E LA SIGNORA JUDITH TA

    fonte:http://www.mondourania.com/
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    teminato L’ultimo sacrificio di Richelle Mead che va a concludere la saga: l'accademia dei vampiri. Non posso che confermare il mio apprezzamento per questa bella saga, che sebbene tratti un tema molto sfruttato come quello dei vampiri riesce a darcene una versione del tutto inedita: l'universo descritto dalla brava autrice infatti, seppur semplice, è molto ben strutturato, credibile e originale. La storia poi è davvero dinamica, ricca di colpi di scena e avvenimenti che non lasciano letteralmente un attimo di respiro... assolutamente consigliato.
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    assolutamente meglio pochi ma buoni! :25.gif: Ma poi in realtà non sono triste affatto, perchè dedico le mie energie sempre e comunque a quello che mi piace e che mi va di fare, e a proposito dell'essere lunatici... io vado proprio a periodi, al momento sono concentrata sulla fase lettura e cucina per esempio, a volte però mi prendono momenti di creatività impellente e mi sfogo con stupidi lavoretti di pasta sintetica oppure facendo cosine di grafica per il mio forum o altri che frequento... e comunque se mi salta il ticchio e trovo qualche argomento interessante e valido inserisco ancora nuovi topic e aggiorno le varie sezioni :w8qe0w.gif:
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    ciao Luna ben arrivata! Dalla tua presentazione mi stai già davvero simpatica! Anche a me piace molto leggere, per lo più sono amante dei generi fantasy e fantascienza ma non disdegno anche altre letture per staccare dal fantastico ogni tanto! Poi da quando ho un lettore ebook rider leggo ancora di più! Non nego che in effetti da un pò di mesi stò trascurando alquanto questo mio sconquassato forum per coltivare appunto questa mia seconda passione: la lettura; anche perchè nel tempo che ho dedicato alla crescita del forum (e ti assicuro che è stato davvero tanto) non c'e' stato il riscontro che avevo sperato a livello di utenza e di questo mi sono abbastanza rammaricata come potrai ben immaginare... perciò anche se resta sempre la mia casetta e un angolino dove tenere tutte le mie cose e a cui sono profondamente affezionata resta più che altro questo, un angolino in cui ogni tanto passo per aggiornare le mie letture, i film che vado a vedere, o dove annoto qualche appunto nel post dei saluti e cose così... naturalmente non significa che non sia aperto a chiunque voglia aggiungere nuovi post o commenti ai vecchi o qualsiasi altra cosa, anzi mi farebbe piacere fosse così, perciò sei la benvenuta anche solo se passi per lasciare un saluto ogni tanto...
    :rm8zs5.gif:
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    CITAZIONE

    In lettura L’ultimo sacrificio di Richelle Mead

    L'ULTIMO+SACRIFICIO

    La nostra Rose è dietro le sbarre, è stata rinchiusa dai Moroi dopo essere stata sorpresa sul luogo dell’omicidio della regina Tatiana. Verdetto: pena capitale. Rose e i suoi amici non si danno per vinti ed escogitano un piano di fuga per prendere tempo e provare la sua innocenza. Ad accompagnare Rose in questa folle corsa contro il tempo ancora una volta Dimitri. Amore. Morte. Gelosia. Amicizia. Tutto è messo a dura prova, fino all’ultimo, finale sacrificio.



    Edited by ninise - 24/2/2014, 08:06
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    CITAZIONE

    finito di leggere Anime legate (L'accademia dei vampiri, vol.5) Di Richelle Mead

    anime+legate+richelle+mead



    Dopo un lungo e straziante viaggio nel luogo di nascita di Dimitri in Siberia, Rose Hathaway è finalmente tornata dalla sua migliore amica, Lissa. Il diploma è vicino, e le ragazze non vedono l'ora che inizi la loro vita reale al di là dei cancelli dell'Accademia. Rose soffre ancora per Dimitri: sa che lui è là fuori, da qualche parte. Non è riuscita a ucciderlo quando ne ha avuto l'occasione e ora le sue peggiori paure stanno per diventare realtà: Dimitri ha assaggiato il suo sangue e le sta dando la caccia. Non si darà pace fino a quando non saranno uniti per sempre.

    lettura assolutamente avvincente, storia dinamica e con colpi di scena dosati in modo eccellente che vi terranno incollati al libro dall'inizio alla fine... non vedo l'ora di proseguire con il seguito
  10. .
    CITAZIONE

    eccole qui le fotine delle mie ricette del mese di febbraio!!!
    risotto al vino rosso, cioccolatini fai da te e ravioli salmone e ricotta da leccarsi i baffi!

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    Cuor di risotto al vino rosso



    :20qyob4.gif:


    Ingredienti per 2 persone:


    Riso: 200 gr
    scalogno: 1
    vino rosso corposo e secco: 1 bicchiere (nel mio caso cabernet)
    Brodo vegetale: 500 ml
    Olio extravergine di oliva: 2 cucchiai
    Burro: una noce
    Parmigiano: q.b. (io ho usato 1 cucchiaio e mezzo per 2 porzioni)
    Sale: q.b.
    prezzemolo: qualche fogliolina per decorare il piatto

    utensili indispensabili

    stampino a cuore per impiattare il riso (anche fai da te)

    io l'ho realizzato con la semplice carta alluminio


    misurando la lunghezza come doppia del piatto e ripiegandola su se stessa a formare un nastro lungo dello spessore di un paio di centimetri e poi attaccandone i lembi insieme con lo scotch a formare un cerchio per poi piegare a formare la punta in basso e al centro superiore del cuore, fissando ancora con pezzetti di scoth per mantenere la forma



    Procedimento:

    Mettete in una padella larga i 2 cucchiai di olio e lo scalogno tagliato finemente. 
Fate appassire dolcemente.



    
Unite il riso e fatelo tostare per un minuto, fino a che non diventa trasparente, rimescolandolo continuamente in modo che assorba il condimento. Aggiungete il vino e fatelo assorbire completamente a fuoco alto...



    ... poi cominciate ad aggiungere a poco a poco il brodo caldo portando a cottura (Ci vogliono circa 16/18 minuti). Aggiustate di sale. A fine cottura aggiungete una noce di burro e il parmigiano e mantecate il riso a fuoco spento.



    Coprite con il coperchio e lasciate riposare qualche minuto. Preparate un piatto piano e largo e posizionate il vostro stampo a forma di cuore. Riempitelo con il riso e sfilatelo via con molta delicatezza.



    Servite decorando con qualche fogliolina di prezzemolo.




  12. .
    Ravioli degli innamorati!




    :20qyob4.gif:


    Ingredienti per la sfoglia di pasta fresca per 4 porzioni:

    300g di farina (io mischio farina di semola di grano duro e di grano tenero 00 in parti uguali per avere una consistenza un pò più soda)
    3 uova
    1 pizzico di sale

    Ingredienti per il ripieno:

    500g di ricotta vaccina
    200g di salmone affumicato
    2 cucchiai di olio extravergine d'oliva
    1 aglio
    1/2 bicchierino Brandy
    sale q.b.

    Ingredienti per il condimento:

    burro una noce.
    panna q.b. (qualche cucchiaio)
    salsa di pomodoro q.b. (qualche cucchiaio)

    utensili indispensabili:

    coppapasta a forma di cuore


    n.b.

    i ravioli io li preparo in anticipo e li surgelato in modo che siano subito pronti all'uso e più gestibili dato che il ripieno molto morbido e umido potrebbe creare problemi a contatto con la pasta fresca se non utilizzati immediatamente.

    Procedimento per la sfoglia di pasta da preparare in anticipo:

    In una ciotola capiente mescolare le due farine per amalgamarle. Fare una fontanella al centro aggiungere le uova e il pizzico di sale. Cominciare a sbattere delicatamente con una forchetta l'uovo unendo poi delicatamente la farina spingendola poco alla volta nel centro. Adesso arriva il momento di sporcarsi le mani. Cominciare ad impastare il composto raccogliendo via via tutta la farina dalla ciotola.



    Una volta amalgamato il tutto spostarsi su un piano di lavoro e poi finire di impastare con vigore finchè la pasta non sarà divenuta completamente uniforme e non avrà raggiunto una consistenza compatta ma elastica. Avvolgerla in pellicola trasparente e far riposare per mezz'ora in frigorifero.



    Procedimento per il ripieno (io ho usato la metà delle dosi perchè ho preparato solo per 2 porzioni):
    Far scaldare in padella l'aglio con i 2 cucchiai di olio, poi aggiungere il salmone sminuzzato grossolanamente (100gr.) e far insaporire per qualche minuto continuando a sminuzzare il salmone con una spatola di legno.



    Bagnare con il brandy (1/2 bicchierino scarso) e lasciare evaporare completamente. Spegnere il fuoco, eliminare lo spicchio di aglio e lasciar raffreddare. Versare il tutto in una terrina insieme alla ricotta vaccina (250gr.) amalgamare e aggiustare di sale (ce ne vuole pochissimo perchè il salmone è già salato di suo).



    Procedimento per completare i ravioli:
    Stendete la pasta in sfoglie lunghe e larghe, io la lavoro prima a forma di salame e la divido in tante piccoli cilindretti che poi spiano con il mattarello e infine termino di tirare la pasta rendendola più sottile con la macchinetta. (Le sfoglie devono essere abbastanza sottili, io ho impostato 8 sulla macchinetta)



    Una volta stesa la pasta bisogna farcire, e poi ricavare i ravioli, potete tagliare la sfoglia in tanti triangoli ricavati dividendo diagonalmente dei pezzi rettangolari o quadrati di sfoglia, farcire un lato del triangolo e ripiegare su se stesso facendo combaciare i lembi...



    oppure lasciare la sfoglia intatta e una volta posizionati i mucchietti di ripieno alla giusta distanza l'uno dall'altra (sufficiente a ricavare i cuori affiancati) ripiegare la sfoglia su se stessa.



    In entrambi i casi premere la pasta intorno al ripieno facendo attenzione a lasciare uscire l'aria e incollando bene la pasta su se stessa e poi utilizzare il coppapasta a forma di cuore per tagliare. Una volta ritagliato il cuore con le dita premete ancora bene intorno a tutto il raviolo per saldare bene i bordi.



    Stendere via via i vostri ravioli pronti sopra un vassoio cosparso di farina per evitare che si incollino al vassoio e poi metteteli il prima possibile in surgelatore direttamente con tutto il vassoio (io uso un tagliere di legno) finchè non si saranno induriti. Solo allora potrete riunirli insieme in un sacchetto alimentare da lasciare in surgelatore pronto all'uso, infatti i ravioli andranno in acqua bollente salata direttamente dal surgelatore.



    Procedimento per il condimento:
    Scaldate una noce di burro in una padella larga e poi appena sciolto aggiungere uno o due cucchiai di salsa di pomodoro con un pizzico di sale, e una grattata di pepe se piace, e poco dopo un po' di panna da cucina 2 o 3 cucchiai sufficienti a condire i vostri ravioli con un velo leggerissimo di rosa.



    Cuocere i ravioli in acqua bollente salata per pochi minuti (dipende comunque dallo spessore scelto per la pasta) e saltare in padella insieme alla salsa rosata.


  13. .
    CITAZIONE

    Il mistero del passo Dyatlov

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    Nella notte del 2 Febbraio 1959, 9 escursionisti russi morirono misteriosamente in una località di montagna nota come Холат Сяхл, Kholat Siakhl, (nella lingua Mansi, una popolazione semi nomade di ceppo ugro finnico che abita la zona da millenni, “Montagna dei Morti”), in circostanze tuttora misteriose e che hanno generato una grande quantità di ipotesi. Da allora, la località è stata ribattezzata Passo Diatlov (Перевал Дятлова) , dal nome del capo escursionista, Igor Diatlov.

    Tutto ebbe inizio quando un gruppo di studenti dell’Istituto Politecnico degli Urali (Уральский Политехнический Институт, УПИ), si riunì per partecipare a un’escursione attraverso gli Urali settentrionali a Sverdlovsk (Свердловск), oggi Iekaterinburg (Екатеринбург), guidati da un esperto conoscitore della zona, studente pure lui, Igor Diatlov (Игорь Дятлов ). Del gruppo, oltre a lui, facevano parte Sinaida Kolmogorova (Зинаида Колмогорова), Liudmila Dubinina (Людмила Дубинина), Aleksandr Kolevatov (Александр Колеватов), Rustem Slobodin (Рустем Слободин), Iuri Krivoniscenko (Юрий Кривонищенко), Iuri Doroscenko (Юрий Дорошенко), Aleksandr Solotarev (Александр Золотарев), Nikolaj Tibo-Brignol (Николай Тибо-Бриньоль), Iuri Iudin (Юрий Юдин).

    Gli escursionisti volevano raggiungere l’Otorten (Отортен), una montagna dieci chilometri a nord del Kholat Siakhl, seguendo un percorso non facile, ma tuttavia alla portata dei componenti la spedizione, tutti piuttosto esperti.

    Il 25 Gennaio, i dieci ragazzi arrivarono in treno a Ivdel (Ивдель), nel nord della oblast di Sverdlovsk, (Свердло́вская о́бласть) , dove noleggiarono un grosso furgone per portarsi a Vijai (Вижай) , ultimo centro abitato sul percorso. Quindi, nella giornata del 27, iniziarono a muoversi sugli sci verso l’Otorten. Il giorno seguente, Iuri Iudin fu costretto a rientrare per motivi di salute. Da quel momento, tutto quello che si sa del gruppo è stato ricostruito da diari e da un rullino fotografico rinvenuto nel sito del loro ultimo accampamento.

    Il 31 Gennaio il gruppo arrivò sull’altopiano e costruì un magazzino dove lasciò una scorta di cibo e di equipaggiamento per il ritorno. Il giorno dopo, 1 Febbraio, i ragazzi si avviarono verso il Passo, con l’intenzione, stando a quanto trovato scritto nei diari, di superarlo e di accamparsi per la notte dall’altra parte, ma, a causa del sopraggiungere di una fitta nevicata che ridusse di molto la visuale, persero l’orientamento e deviarono a ovest, verso la cima del Kholat Siakhl. Accortisi dell’errore, decisero di fermarsi ai piedi della montagna.

    Alla partenza, Diatlov aveva promesso di inviare un telegramma al loro club sportivo non appena il gruppo fosse tornato a Vijaj, non oltre il 12 Febbraio, ma quando tale data fu superata e il telegramma non ricevuto, nessuno si preoccupò dato che in questo tipo di escursioni rispettare una tabella di marcia non era sempre facile. Solo il 20 Febbraio, e solo su richiesta dei familiari degli escursionisti, la direzione del Politecnico inviò un primo gruppo di volontari, studenti e insegnanti, a cercare i ragazzi scomparsi. Successivamente, vista l’infruttuosità delle ricerche, vennero coinvolti anche la polizia e l’esercito, con l’impiego di aerei ed elicotteri.

    Il 26 Febbraio venne finalmente ritrovato il campo, abbandonato, sul Kholat Siakhl. La tenda era strappata e una serie di impronte si allontanava da essa scendendo dal passo verso i boschi vicini, per sparire dopo 500 metri, coperte dalla neve. Da un elicottero venne rilevato qualcosa sotto un pino, e i ricercatori vi diressero per trovare i resti di un fuoco e i primi due cadaveri, quelli di Krivoscenko e di Doroscenko, senza scarpe e in mutande e maglia di lana. Facendo a ritroso il percorso dal pino all’accampamento, vennero ritrovati altri tre corpi, prima Diatlov a 300 metri dal pino, poi la Kolmogorova a 480, e infine, Slobodin a 630 metri, tutti e tre morti in pose che suggerivano stessero facendo ritorno al campo.

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    Gli altri quattro non furono ritrovati che il 4 Maggio, sotto diversi metri di neve, in una piccola vallata ancora più addentro nel bosco.

    L’autopsia non trovò ferite che potessero aver causato la morte, salvo una piccola frattura cranica non fatale sulla Kolmogorova; la conclusione fu che la morte era sopravvenuta per ipotermia. Quando però, in Maggio, furono esaminati gli altri corpi, lo scenario cambiò completamente: Tibò-Brignol aveva il cranio completamente sfondato, Zolotarev e la Dubunina il petto e le costole fratturate. La forza necessaria per provocare quel tipo di lesioni doveva essere stata spaventosa, uno degli esperti forensi la paragonò a quella sviluppata da un incidente automobilistico. Inoltre, i corpi non presentavano ferite esterne, come se fossero stati uccisi da un livello di pressione molto alto, e alla Dubunina era stata asportata la lingua.

    Gli escursionisti erano stati costretti a lasciare il campo nella notte, in modo precipitoso: nonostante la temperatura intorno ai trenta gradi sottozero, erano tutti solo parzialmente vestiti, alcuni scalzi, altri avevano i maglioni infilati a rovescio, e tutti gli indumenti apparivano stracciati, tanto che, in un primo momento si ipotizzò che gli escursionisti fossero stati assaliti nella notte dai Mansi per avere invaso il loro territorio, ma l’ipotesi cadde ben presto visto l’assenza di impronte oltre quelle degli escursionisti.

    L’inchiesta giunse a queste conclusioni:

    1. Sei membri del gruppo erano morti di ipotermia, altri tre per le ferite.
    2. Non c’erano segni che suggerissero la presenza di estranei, né sul Kholat Siakhl e nemmeno nelle immediate vicinanze.
    3. La tenda era stata strappata dall’interno.
    4. I ragazzi erano tutti deceduti fra le sei e le otto ore dopo il loro ultimo pasto.
    5. Le tracce visibili non lasciavano dubbi sul fatto che tutti e 9 avessero lasciato il campo a piedi di propria iniziativa.
    6. Le ferite e le fratture non potevano essere state provocate da un altro essere umano a causa dell’elevata forza applicata.
    7. Furono rilevati alti livelli di radioattività sui vestiti.


    Il verdetto finale fu che erano morti per cause sconosciute, la documentazione venne secretata dal KGB, e solo dopo la caduta dell’URSS declassificata, anche se risultò incompleta in molte parti. Alcuni fatti vennero comunque accertati dalla documentazione resa disponibile:

    1. Dopo i funerali i parenti affermarono che la pelle dei morti avesse una strana tonalità arancione.
    2. Un ex ufficiale dell’esercito, impegnato nelle ricerche, sostenne che il suo dosimetro mostrava un livello di radioattività molto elevato sul Kholat Siakhl. L’dentificazione della fonte risulta mancante dal dossier declassificato, così come non risulta chiaro per quale motivo il personale impegnato nelle ricerche avesse dei dosimetri.
    3. Un altro gruppo di escursionisti, circa 50 chilometri a sud del luogo dell’incidente, riportò di avere visto delle strane sfere arancioni nel cielo notturno in direzione nord, e quindi verso il Kholat, il giorno stesso dell’incidente; il fenomeno venne osservato anche a Ivdel e nelle aree circostanti, e si ripeté per tutto il mese di Febbraio e di Marzo, come risulta dalle testimonianze rese da ufficiali dell’Armata Rossa e del servizio meteorologico della zona.
    4. Dalle ricostruzioni sembra che le vittime fossero state accecate: il legno acceso sotto il pino era stato realizzato in maniera convulsa, utilizzando per di più grossi tronchi umidi, quando tutt’intorno era pieno di ottima legna da ardere.
    5. Nella zona furono rinvenute delle strutture metalliche e una targhetta di identificazione del tipo usato nelle attrezzature militari, il che fa supporre che l’area fosse utilizzata in segreto.

    Nel 1967, lo scrittore Iuri Iarovoj (Юрий Яровой), che aveva partecipato alle ricerche come fotografo ufficiale, scrisse un racconto ispirato alla vicenda, Высшей категории трудности[1] (Il massimo grado di complessità), ma fu costretto dalla censura sovietica ad omettere tutta una serie di fatti, che finirono con lo stravolgere completamente la narrazione. Iarovoj morì nel 1980, e un misterioso incendio distrusse tutti i suoi archivi, comprese le foto e il manoscritto originale del romanzo.

    Nel 1990, ormai prossima la caduta dell’URSS, si cominciò a riparlare della storia, soprattutto sui giornali locali di Sverdlovsk. Il giornalista Anatoli Guscin (Анатолий Гущин) fu autorizzato a fare ricerche negli archivi della polizia, ma scoprì che diverse pagine erano state sottratte, compreso un misterioso “incartamento” di cui si fa menzione essere stato inviato a Mosca. Il fatto scatenò i cultori degli UFO, del paranormale, i dietrologi di ogni genere, i cacciatori di misteri. Guscin riassunse le sue ricerche nel libro Цена гостайны - девять жизней[2], “Il prezzo del segreto di Stato è nove vite”, che suscitò diverse critiche per via della sua teoria su una misteriosa arma segreta che sarebbe stata sperimentata in quei luoghi e avrebbe causato la morte dei nove ragazzi, ma la pubblicazione del libro suscitò comunque l’interesse dell’opinine pubblica e sciolse qualche lingua rimasta attorcigliata per oltre trent’anni: Lev Ivanov (Лев Иванов), l’ufficiale di polizia che diresse l’inchiesta, in un articolo[3] apparso nel Novembre 1990, ammise che non era stata trovata una spiegazione razionale per la morte dei ragazzi, né per l’incidente in sé, così come che gli era stato ordinato dal KGB di archiviare in fretta l’inchiesta e tacere le voci sulle misteriose “sfere arancioni”. Ivanov conclude l’articolo sostenendo la sua persona le convinzione si sia trattato di UFOs.

    Nel 2000, una TV locale produsse il film documentario Перевал Дятлова (“Passo Diatlov”), seguito da una romanzo, scritto dalla giornalista di Iekaterinburg Анна Матвеева (Anna Matvejeva) dallo stesso titolo[4], basato in gran parte sui diari delle vittime e su interviste coi membri della squadra di soccorso dell’epoca. Iuri Kuntzevitch (Юрий Кунцевич), amico di Diatlov, ha creato, col supporto del Politecnico degli Urali, una fondazione a lui dedicata con lo scopo di convincere le autorità russe a riaprire il caso.

    E Iuri Iudin, l’unico sopravissuto della scampagnata, ha dichiarato: “Se avessi la possibilità di rivolgere a Dio una sola domanda, sarebbe ‘Cosa realmente è successo ai miei amici quella notte’?

    qui il sito con la ricostruzione e le foto della misteriosa vicenda:avvenimentimilitariestorici.over-blog.it

    scatti originali della spedizione.

    autopsie la versione 'ufficiale' del referto medico tradotto dall'inglese:
    CITAZIONE
    Sotto l’albero intorno ad i resti di un fuoco:

    Y.Doroschenko
    Indumenti: inadatti al clima,
    Note vesti: strappi torso, 23 cm sulla destra e di 13 cm sulla sinistra,
    piede sin. Calzino bruciacchiato
    Corpo:
    - bruciature sui capelli nella parte dx della testa,
    - orecchi, naso e labbra sono coperti di sangue,
    - ascella sinistra con bruciatura 2cm*1.5 cm
    - superficie interna spalla dx con abrasioni (no sangue),
    - lividi sulla parte inferiore dell'avambraccio sin. 4*1cm, 2.5*1.5cm, 5*5cm
    - lacerazione sulle dita delle mani,
    - lividi sui polpacci ,
    - segni di congelamento su faccia e orecchi,
    - sulla guancia sinistra tracce di un fluido grigio fuoriuscito dalla bocca (nota: qualcuno pensa che il liquido possa essere il risultato di una pressione esterna sul petto),
    Causa morte: ipotermia

    George (Yuri) Krivonischenko
    Indumenti: inadatti al clima,
    Corpo:
    - lividi sulla fronte 0.3*1.8cm e sull'osso temporale
    - sanguinamento sull'osso temporale dx e regione occipitale dovuta a danni sul muscolo temporale
    - punta del naso mancante,
    - segni di congelamento alle orecchie,
    - lividi sulla parte destra del petto 7*2cm and 2*1.2cm
    - lividi sulle mani
    - distacco epidermide retro mano sinistra atezza 2 cm,
    - porzione dell'epidermide della mano destra trovata nella bocca del corpo,
    - lividi sulle cosce con graffi minori,
    - livido nell'anca sin. 10*3cm
    - abrasioni sulla parte esterna coscia sin. 6*2cm and 4*5 cm
    - lividi sulla gamba sin. 2*1, 2*1.5 and 3*1.3 cm
    - briciatura sulla gamba sin. 10*4 cm
    Causa morte: ipotermia

    Tra l’albero e la tenda (i tre corpi sono stati trovati più o meno sulla stessa direttrice):
    Zinaida Kolmogorova (900 metri dall’albero)
    Direzione corpo: verso la tenda, con tracce di sangue (di origine ignota) intorno al corpo,
    Indumenti: inadatti al clima,
    Note vesti: maglione con polsini girati, no scarpe e maschera militare
    Corpo:
    - rigonfiamento delle meningi (importante segno di ipotermia),
    - congelamento falangi delle dita,
    - numerosi lividi su mani e palmi,
    - un lungo livido che la circonda sul lato destro 29* 6cm.
    Causa della morte: ipotermia dovuta a un improvviso incidente (!!),
    Nota: al momento della morte non era sessualmente attiva.

    Igor Dyatlov (400 m dall’albero, trovato con un ramo in una mano e l’altra mano a proteggere la testa)
    Direzione corpo: verso la tenda,
    Indumenti: inadatti al clima, (no scarpe),
    Corpo:
    - abrasioni minori sulla fronte,
    - abrasioni sopra il sopracciglio sin di colore marrone-rosso,
    - abrasioni marroni-rosse su entrambe le guance,
    - sangue secco sulle labbra,
    - piccoli graffi rosso scuro sul polso e sulla superficie del palmo
    - giunture del metacarpo della mano dx con lividi marroni/rossi (nota: tipico livido da pugno inferto durante un combattimento a mano nuda)
    - lividi marroni/porpora sulla mano sinistra e ferite superficiali nel 2° e 5° dito,
    - lividi sulle ginocchia senza sanguinamento sui tessuti sottopelle,
    - lividi sulla tibia della camba destra,
    - abrasioni su entrambe le anche di colore rosso chiaro 1*0.5 cm and 3.0*2.5, emorragie nei sotto-tessuti,
    Causa morte: ipotermia

    Rustem Slobodin (630 m dall’albero)
    Direzione: verso la tenda,
    Indumenti: inadatti al clima (uno stivale piede sin),
    Corpo:
    - minori abrasioni rosse sulla fronte, due graffi lunghi 1.5 cm a distanza di 0.3 cm tra loro,
    - livido rossi-marroni sulla parte superiore della palpebra occhio dx con emorragia sottocutanea,
    - tracce di sanguinamento dal naso,
    - labbra gonfie,
    - rigonfiamento e molte piccole abrasioni di forma irregolari sulla metà dx del viso,
    - abrasioni sulla parte sinistra della faccia,
    - l'epidermide è lacerato sull'avambraccio dx,
    - lividi sulle giunture della falange del metacarpo in entrambe le mani (comuni nel combattimento a mani nude),
    - lividi color marrone ciliegio sul braccio sinistro e palmo sin.,
    - lividi sulla tibia sin. 2.5* 1.5 cm,
    - frattura dell'osso frontale ed emorragie nel muscolo temporale.
    Causa morte: ipotermia

    In un declivio a 75 m dall’albero e parzialmente scavato da loro stessi:
    Nota: i 4 corpi furono trovati a pochi passi dal rifugio che si erano costruiti (foderando dei rami di albero con vestiti presi ai compagni già morti) nella parte più profonda del declivio.

    Ludmila Dubinina (tracce di radiazione)
    Indumenti: adeguatamente vestita
    Nota indumenti: Il paio di pantaloni esterni erano decisamente danneggiati da fuoco e conseguentemente strappati. In un estremo tentativo di proteggersi dal freddo, si è tolta un maglione lo ha diviso in due pezzi cercando di metterselo intorno ai piedi.
    Corpo:
    - lingua mancante,
    - tessuti molli mancano intorno agli occhi, nell'area temporale sin. l'osso è parzialmente esposto,
    - mancano gli occhi,
    - cartilagini del naso sono rotte e abbattute,
    - la 2a,3a,4a e 5a costola sono rotte sulla dx. due linee di frattura sono visibili,
    - la 2a, 3a, 4a, 5a, 6a e 7a costola sono rotte sulla sin. due linee di frattura sono visibili,
    - manca il labbro superiore e i denti e la mascella superiore sono esposte,
    - massiccia emorragia nell'atrio destro del cuore,
    - livido sulla coscia sinistra, 10*5cm,
    - tessuti danneggiati attorno all'osso temporale sin. 4*4cm
    Causa della morte: emorragia all'atrio dx del cuore, fatture costali multiple e sanguinamenti interni.

    Semen Zolotarev (tracce di radiazioni)
    Indumenti: adeguatamente vestito.
    Nota indumenti: aveva una macchina fotografica al collo (pellicola danneggiata). Secondo Yudin il gruppo aveva 4 fotocamere, tutte trovate nella tenda, e delle quali già una apparteneva a Zolotarev, questa quindi sarebbe una seconda camera per di più tenuta nascosta.
    Corpo:
    - palle oculari mancanti,
    - mancanti i tessuti molli attorno all'occhio sinistro, 7*6cm, osso esposto,
    - 2a, 3a, 4a, 5a e 6a costola rotta, due linee di frattura,
    - ferita aperta sulla parte destra del cranio con osso esposto 8*6cm.

    Aleksandr Kolevatov
    Indumenti: adeguatamente vestito,
    Nota indumenti: , grande foro sulla manica sinistra del giacchetto con margini bruciati e dimensione 25cm * 12cm *13 cm. Manica dx con fori di 7-8 cm. Il giacchetto era aperto.
    Corpo:
    - mancanza di tessuti molli attorno agli occhi, palpebre mancanti, ossa del teschio scoperte.
    - naso rotto,
    - ferita aperta dietro l'orecchio, 3*1.5cm,
    - collo deformato,
    - diffuso sanguinamento nei tessuti sottocutanei del ginocchio sinistro,
    - macerazione delle dita e dei piedi per elevata esposizione all'umidità di pelle viva,
    - generale colorazione grigio verde della pelle con sfumature porpora,

    Nikolay Thibeaux-Brignolle
    Indumenti: adeguatamente vestito,
    Corpo:
    - fratture multiple all'osso temporale con estensione dell'osso frontale e dello sfenoide,
    - lividi sul labbro superiore sul lato sinistro,
    - emorragia sull'avambraccio dx. 10*12cm.
    Nota: i 4 non sono morti per ipotermia ma per fratture varie di origine ignota. Il medico forense che eseguì le autopsie definì il tipo di lesioni ‘come se fossero stati investiti da una macchina.’

    foto dei corpi ritrovati

    CITAZIONE

    Storia del caso che scioccò l’Unione Sovietica
    di Simone Petrelli



    Gora Otorten, Monti Urali. Una montagna in territorio russo che raggiunge i 1150 metri sul livello del mare. I paraggi sono scarsamente popolati, tanto che il calcolo della densità per chilometro quadrato restituisce un indice vago, clamorosamente prossimo allo zero. Per trovare una città con almeno 50mila abitanti bisogna farsi carico di più di 18 ore di viaggio, sfruttando tutti i disagevoli trasporti che un luogo primitivo come quello può offrire. Sull’Otorten non ci sono inondazioni e non si verificano frane. Il suolo non è nemmeno di natura vulcanica e, da quelle parti, non si è mai visto neanche un tornado. Il clima rigido azzera il rischio di siccità e, tutto sommato, l’unico pericolo che l’area corre in termini di catastrofi naturali è quello sismico. Un’eventualità della quale, tuttavia, gli esperti hanno acutamente circoscritto il rischio ad appena il 20% delle possibilità reali, con terremoti a basso impatto (inferiori al quinto grado tra quelli annoverati dalla scala Richter). Così, ogni 50 anni circa, quando gli Urali tremano e con essi si muove anche l’Otorten, le poche anime che ne abitano le pendici avvertono distintamente le scosse solo se si trovano in casa. Camminando potrebbero addirittura ignorarle. Se il sisma si verifica di notte, solo i più sensibili si svegliano. Evidentemente, hanno altro di cui preoccuparsi, altro per il quale perdere il sonno.
    Il loro incubo peggiore ha addirittura mezzo secolo. E’ una storia incredibile, che ci riporta indietro di una vita, al febbraio 1959. Un interrogativo maiuscolo che da decenni appassiona esperti e curiosi in tutto il mondo. Una cronaca perduta che, diradatasi di colpo la cortina sovietica e, con essa, la coltre di silenzio che Mosca aveva calato su uno dei paesi più grandi del globo, ha ritrovato la strada e l’onore della cronaca. Così, dopo anni infiniti di oblio, nel 53esimo anniversario di una tragedia senza nome e senza spiegazione si ricomincia a cercare la verità.
    Martedì 19 febbraio 2008 il St.Petersburg Times, quotidiano russo in lingua inglese, pubblica un lungo, singolare articolo. E’ una sorta di memento, la ricostruzione circostanziata di uno strano incidente avvenuto in piena éra sovietica, quando falce e martello difendevano una cortina che avrebbe livellato a forza le disparità di classe, arginando e sconfiggendo il grande male, l’Occidente.
    Una strage di sciatori consumatasi in una zona sperduta tra le montagne. Negli Urali, per la precisione. Sull’Otorten. Nove giovani fuggiti a perdifiato, seminudi, dal loro accampamento. Di corsa nel buio tagliente dei meno venti gradi della notte invernale. Verso la salvezza, forse. Di sicuro, verso l’assideramento. E verso la morte. Non è chiaro il perché. E ci sono altre cose che non tornano. Sono strani morti, quelli. La cosa probabilmente non torna nemmeno agli inquirenti, perché fanno in fretta, troppo in fretta, a chiudere il caso. “Decesso provocato da forza sconosciuta ed irresistibile” si sarebbe potuto leggere sul rapporto ufficiale. Ma tutti i documenti sull’Otorten spariscono dalla circolazione. Segretati e seppelliti tra i panni sporchi del regime, dormono il loro sonno infausto finché la Glasnost non demolisce i sigilli degli archivi di Stato, liberando i demoni rossi del rosso Cremlino. Misteri sopiti si risvegliano, e si infittiscono.

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    Igor Dyatlov



    A Iekaterinburg, capoluogo degli Urali, alcuni volenterosi convocano una conferenza per riesaminare il caso. Sono gli uomini di una fondazione che ha scelto di chiamarsi come un ragazzo poco più che ventenne, appassionato di escursionismo, morto in circostanze tragiche proprio nella regione. Il nome è Igor Dyatlov. Capo spedizione del gruppo massacrato nel 1959 sull’Otorten. E’ un gruppo di testardi, quello messo in piedi dalla fondazione: 37 persone in tutto, la maggioranza delle quali è costituita da esperti indipendenti, non legati in nessun modo al governo un tempo in carica o a quello che, ad oggi, tiene le fila del paese. Gli altri sei membri del gruppo, invece, si riconoscono per l’età più avanzata. E per l’ombra scura che portano sul volto. L’indizio di qualcosa di più gravoso di un cattivo pensiero. E di più insistente di un brutto sogno. Qualcosa che, soprattutto, assai difficilmente sembra coniugarsi con l’ipotesi di massima che conclude i lavori della conferenza. Conseguenza – nefasta – di un’esercitazione militare top secret. Quei sei uomini, nervosi ed invecchiati senza troppa grazia, sono testimoni. Mentre un distinto portavoce della fondazione declama l’onnipresente comunicato finale a giornalisti e curiosi vari, venuti nel capoluogo da Čeljabinsk e Perm’, Nižnij Tagil e Magnitogorsk, salmodiando con perizia nel microfono consumato che “ancora molti documenti risultano mancanti, e per questo chiediamo al Ministero della Difesa, all’Agenzia Spaziale ed ai Servizi di Sicurezza Nazionale di metterci in condizioni di consultarli con lo scopo precipuo di ottenere un quadro completo della vicenda”, uno di essi, Mikhail Sharavin, sembra scuotere la testa all’unisono con gli altri.
    Come loro, sa fin troppo bene che, anche per questa volta, i – troppi – nodi che questa faccenda porta con sé con tutta probabilità non verranno al pettine. Ex soccorritore come altri cinque che sono là con lui, l’orrore l’ha toccato con mano, lui. Tanto che oggi è schiavo di un ricordo che non concede requie. Un ricordo fisso, che riavvolge il nastro della memoria riportandolo ossessivamente indietro alla fine degli anni Cinquanta. Il 25 gennaio 1959, dal treno in sosta presso la modesta stazione di Ivdel, provincia settentrionale di Sverdlovsk Oblast, scende un gruppo di dieci giovani. Otto uomini e due donne, appartengono praticamente tutti al Politecnico degli Urali di Ekaterinburg. Un istituto che oggi si chiama Università Tecnica Statale degli Urali, ed è intitolata a Boris “Corvo Bianco” Yeltsin. Amanti dello sci di fondo, coltivano un’altra passione comune, quella delle escursioni invernali. Viaggi molto diffusi tra giovani scienziati ed ingegneri come loro, che ne approfittano per compiere veloci ricerche sul territorio che, al ritorno, frutteranno ai loro profili accademici un buon balzo avanti rispetto ai colleghi più pantofolai.

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    Da sin.: Ludmila Dubinina, Rustem Slobodin, Alexander Zolotarev e Zina Kolmogorova


    C’è anche chi, oltre allo scopo più direttamente didattico, fonde escursioni di natura marcatamente sportiva. E’ proprio questo il nostro caso. Igor Dyatlov, studente della facoltà di Radionica; Yuri Yudin, studente di Economia; Alexander Kolevatov, studente di Geotecnica; Rustem Slobodin, Georgyi Krivonischenko e Nikolay Tibo-Brignoles, ingegneri; Yury Doroshenko, studente di Scienze Politiche. Le uniche due donne del gruppo, Ludmila Dubinina, studente di Economia, e Zinaida (Zina) Kolmogorova, anch’essa studente della facoltà di Radionica. Alexander Zolotarev, il decimo, è una guida professionale ed un istruttore di sci. Si è accodato al gruppo di Dyatlov per aggiungere al suo status quei punti in più che gli avrebbero garantito il titolo di Istruttore esperto, tanto ambito tra le guide russe. E’ l’unico estraneo al team, caldamente raccomandato ai ragazzi da un amico dell’Associazione Sportiva.
    I dieci trovano un camion diretto a Vizhay ed approfittano di un passaggio che li conduce nel villaggio in cui trascorreranno la notte. All’alba del 27 gennaio indossano gli sci e sono già in marcia verso Gora Otorten, lo sperone roccioso di un monte, il Kholat Syakhl, che nel dialetto delle tribù Mansi che abitano la regione ha il macabro significato di “Montagna dell’Uomo Morto”. Ma loro sono giovani e spavaldi, e queste non sono che antiche leggende di cui sorridere. L’unico che non sembra avere molto di cui rallegrarsi è Yudin. Non si sente bene, è debole e di malumore. Rallenta la marcia e non riesce proprio a godersi la gita. Così, il 28 gennaio decide di fare dietrofront e tornare a Vizhay per rimettersi in forze. Se starà meglio in tempi brevi li raggiungerà da solo. Oppure, saranno gli altri a tornare a prenderlo una volta terminata l’escursione. La marcia prosegue seguendo una vallata in cui scorrono le acque del fiume Lozvy. Tre giorni dopo, il gruppo si stacca dal rivo e dalla zona dei laghi ghiacciati non appena giunge in vista dei rilievi. Termina la marcia ed inizia la salita che lo condurrà sull’Otorten e, di qui, verso il Passo Ojkachahl. 100 miglia ad est di Vizhay, lambendo il corso del fiume Toshemka. Per la fine degli anni Cinquanta, si tratta di una bella impresa agonistica, di quelle che gli esperti di trekking etichettano come “Categoria III”. Pare che Dyatlov stesso l’abbia pianificata per allenarsi in vista della futura escursione che popola i suoi sogni dorati: quella nelle regioni artiche. Dopo poco meno di 4 chilometri di salita, i nove allestiscono un campo base ai margini del bosco, sul fianco del Kholat Syakhl. Sono le 4 del pomeriggio del 1 febbraio 1959. Non sanno, non possono sapere, che sarà il loro ultimo rifugio. Scattano fotografie, sorridono. Ammirando il paesaggio degli Urali imbiancati consumano la cena e le ultime energie, prima di ritirarsi in tenda. Alcuni crollano subito. Altri scrivono per riempire le pagine dei loro diari. Saranno le loro ultime note.
    Inizia la notte. E’ una notte fredda, ma non troppo: il termometro segna 18 gradi Celsius sotto lo zero, e spira un vento leggero a velocità compresa tra 8 ed 11 nodi (10-15 km orari). Niente a che vedere con i meno 30 spesso registrati nell’area, ma ad ogni modo l’aria non è affatto primaverile. Eppure, alcuni si sentono talmente a loro agio da spogliarsi prima di dormire. Una cosa assolutamente insolita in un clima così rigido. Tutto sembra procedere normalmente. Ma l’imprevisto è dietro l’angolo.

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    Il 12 febbraio è la data in cui il gruppo di Dyatlov dovrebbe fare ritorno a Vizhay e, di qui, inviare un telegramma ufficiale per comunicare l’avvenuto completamento dell’escursione. Ma all’ufficio postale della cittadina degli Urali le ore trascorrono e nessuno si presenta. Qualcuno, tuttavia, ricorda che il gruppo aveva pianificato anche l’ipotesi di estendere il soggiorno, posticipando il ritorno a due giorni più tardi. Ma neanche il 14 febbraio si vede nessuno. Ora le spiegazioni cominciano a latitare. Ma c’è sempre il beneficio del dubbio, la carta del ritardo, dei tanti imprevisti che possono far slittare la tabella di marcia. Ormai il calendario segna il 20 febbraio, e non si contano più le lamentele che i parenti dei ragazzi presentano all’Istituto Politecnico. E’ tanta la pressione che, per evitare che la situazione degeneri ulteriormente, la direzione si rivolge al governo per ottenere la costituzione ed il dislocamento di una missione di soccorso. Per tutta la successiva settimana, un pool misto di autorità civili e militari setaccia l’area in cerca di indizi. Si rovista invano tra i monti. I nove ragazzi sembrano spariti nel nulla. Poi, il pilota di un velivolo in ricognizione scorge qualcosa sul Kholat Syakhl. Finalmente. E’ il 26 febbraio quando le squadre arrivano sul fianco orientale della Montagna dell’Uomo Morto. Sotto i loro piedi, giace in stato di abbandono quello che fino a qualche tempo prima era stato un accampamento. C’è una tenda semisepolta dalla neve. E’ quella dei ragazzi. L’equipaggiamento è quasi tutto al suo posto. Strano, abiti caldi, coperte, zaini, giacche a vento, pantaloni. Tutto. Anche la tenda sembrerebbe a posto. Peccato che su di un lato, quello sottovento, è lacerata. Più tardi si scoprirà che è stata tagliata, ma dall’interno. Dai brandelli di tenda che si agitano rigidi in balìa del vento gelido, parte una traccia netta che per mezzo chilometro attraversa la neve. Arriva fin quasi al bosco, dove inizia la valle del fiume Lozvy. Poi più nulla. Impronte per un totale di otto, forse nove persone. Alcune orme sono meno profonde ma più definite. Sono impronte di valenki (stivali soffici) o di calzini, forse addirittura di piedi nudi. Non può essere. A meno che non si sia trattato di un fuga. Sì, è possibile. Una fuga frettolosa.
    Tra i soccorritori c’è chi inizia a provare una certa agitazione. Non è normale. A nord-est, 1500 metri dopo e dall’altro lato del passo, c’è un albero immenso. E’ un pino secolare, e nei pressi della sua base i ricercatori ritrovano tracce di legna carbonizzata, come se qualcuno avesse acceso un falò proprio in questo punto. Forse sono stati i due che giacciono nella neve qualche passo più in là. Georgyi Krivonischenko e Yury Doroshenko. Scalzi e con indosso soltanto la biancheria, sembrano adagiati su un immenso lenzuolo di neve. Una coltre sulla quale spiccano i rami che hanno addosso, spezzati dall’albero ad un’altezza di circa 5 metri da terra. Sulla corteccia, i primi esami rilevano tracce di pelle ed altri tessuti biologici. Uno dei ragazzi ha spezzato i rami. L’altro si è arrampicato sul pino a mani nude. Dall’albero si scorge quel che resta della tenda. I soccorritori iniziano a convincersi che c’è ben poco da soccorrere, e percorsi trecento metri trovano un altro cadavere. E’ Igor Dyatilov, il ventitreenne capo spedizione. Riverso sulla schiena con il capo rivolto in direzione del campo. In una mano stringe un ramo, mentre l’altro braccio è riverso sulla testa come ultimo, disperato tentativo di protezione. Per quanto si sforzino, i membri della squadra non riescono a darsi una spiegazione. Poi trovano Rustem Slobodin. A 180 metri appena, in direzione della tenda. Il viso sprofondato nella neve, sembra morto di ipotermia. Anche se una singolare frattura gli segna il cranio per un lunghezza totale di 17 centimetri. Una lesione che, secondo i patologi, non è di per sé sufficiente ad uccidere. Dalla posizione di Slobodin, che sembra essersi trascinato con le ultime forze in direzione della tenda, si scorge un altro corpo. E’ Zina Kolmogorova. Intorno al suo cadavere, parecchie tracce di quello che a buon diritto potrebbe essere sangue. Successivi esami confermano la natura del liquido, ma al contempo stabiliscono che non è quello della ragazza.
    A prima vista sembrerebbero morti assiderati, le mani bruciate con tutta probabilità dal clima rigido della notte uralica. Ma nessuno di loro è morto in pace. Tutti in pose dinamiche, come se avessero lottato con qualcosa, con un’ombra, con il vento. Siamo a cinque, ne mancano altri quattro. Non verranno scoperti fino al 4 maggio successivo, quando un incendio sviluppatosi nella valle di un affluente del Lozvy fa in modo che le autorità raggiungano una fenditura stracolma di neve che si apre nel terreno. Qui, in un crepaccio sotto 4 metri abbondanti di neve, c’è quel che resta degli escursionisti che ancora mancano all’appello. Nonostante anche loro siano mezzi nudi, a confronto dell’altro gruppo hanno qualche vestito in più addosso. Potrebbe forse sembrare che abbiano prelevato qualche indumento dai compagni, magari hanno tentato di trasportarli quando erano feriti. Alexander Kolevatov e Nikolay Tibo-Brignoles, che ha il cranio fracassato ed indossa due orologi (uno fermo alle 8:14 del mattino, l’altro alle 8:39). Alexander Zolotarev presenta fratture all’emicostato destro. Ludmila Dubinina ha un piede rozzamente fasciato dai pantaloni di lana di Georgyi Krivonishenko, e presenta anche lei fratture simmetriche al costato. In questo caso, una delle costole si è conficcata in un secondo tempo nel cuore, causando una massiccia emorragia cardiovascolare dopo l’impatto. In più, a Ludmila è stata asportata la lingua. Il cappotto di pelliccia di Ludmila, insieme al suo cappello, è però indosso a Zolotarev. Eppure, nessuno presenta segni esterni di colpi. Le ultime quattro salme vengono esaminate in fretta, ed in fretta deposte nei feretri per restituirli alla terra.

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    Una sommaria ricostruzione degli eventi di Passo Dyatlov


    Ai funerali, tra i tanti curiosi presenti c’è Yuri Yudin. Annichilito per la perdita dei compagni, certo, da quello scherzo del destino che fa di lui l’unico sopravvissuto ad un massacro che attende ancora una spiegazione. Resterebbe a lungo perduto tra i suoi pensieri senza forma, se qualcosa in quei corpi non lo turbasse oltre l’orrore della macabra fine cha ha scampato per un soffio appena. Sono tutti abbronzati. La loro epidermide è talmente infiammata da tendere all’arancione. E’ lo stesso colorito che ha visto negli altri, ritrovati relativamente subito rispetto alla tragedia e seppelliti qualche tempo prima. Ancora, i capelli di tutti sono improvvisamente diventati brizzolati. E non si è mai vista una cosa del genere in un gruppo di ventenni. Quando trapela la diceria secondo la quale gli esami forensi hanno rilevato su alcuni degli – scarsi – indumenti consistenti tracce di radioattività, come se i ragazzi avessero maneggiato materiale di questo tipo o si fossero attardati in un’area contaminata, quelle strane morti sembrano in un certo macabro modo aver più senso. Ma quel che alle spalle del massacro si riesce ad intravedere diventa, al contrario, ancor più fosco ed indefinito.
    Vittime di un’esercitazione militare, missilistica forse. E’ la prima ipotesi ufficiosa che comincia a circolare tra chi vorrebbe far luce sul mistero. Ma il Ministero della Difesa nega recisamente che in quella notte sia stato pianificato, preparato o portato a termine alcun test di questa natura. Gli esami sui dintorni confermano. Sull’Otorten non ci sono crateri, né tracce di esplosivo, né frammenti di lamiera. Insomma, sul monte maledetto non può essere caduto alcun razzo. Mentre le salme vengono interrate, le autorità chiudono il caso in modo tanto rapido quanto laconico. “Decesso provocato da forza sconosciuta ed irresistibile” è la dicitura riportata su tutti i certificati di decesso, che chiama in causa una forza maggiore a tuttora sconosciuta. Eppure, uno dei patologi alla fine ha ceduto.
    Dopo anni di silenzio e riluttanza, la Dottoressa Maria Salter ancora non riesce a dimenticare quei corpi che ha esaminato così da vicino. Tutti segnati da un’indefinibile espressione di orrore, smarrimento, rifiuto. Il volto di chi ha fissato la morte. L’incidente di Passo Dyatlov, lo chiamano oggi. Come tutto questo può essere accaduto, e soprattutto perché, nessuno può ancora dirlo con certezza. Così, mentre le spiegazioni si susseguono includendo sperimentazione di armi esotiche e missili, microscopiche esplosioni nucleari e valanghe di neve artificialmente procurate grazie agli ultrasuoni, un’altra ridda di ipotesi si fa strada, appigliandosi ora alle vecchie leggende, ora a nuove dicerie. UFO o incontri con creature aliene. Da decenni la gente del luogo ha infatti riportato resoconti incentrati su di un’insolita attività di oggetti volanti non identificati proprio tra questi monti. Ancora, si parla perfino di invasioni di creature selvatiche. Orsi o lupi, ma l’ipotesi non sarebbe comunque compatibile con le condizioni delle salme. Uccisi dai Mansi per aver oltrepassato i loro territori sacri? Negli anni Trenta, gli sciamani della tribù affogarono una geologa che si era avventurata su una montagna proibita. Ma sebbene il Kholat-Syakhyl e l’Otorten giochino un ruolo considerevole nel folklore Mansi, nessuno dei due rilievi è sacro al punto da essere considerato taboo. Anche se l’etimologia del secondo è “Non andare là”, mentre il primo significa “Montagna dell’Uomo Morto” in ricordo di alcuni membri della tribù periti in questo luogo in tempi immemori. Nove, per la precisione. Ma il villaggio Mansi più vicino dista quasi 100 km, e la tribù è ormai in pace con la popolazione russa. Massacrati da una gang di criminali? Scambiati dalle guardie carcerarie di un limitrofo campo di prigionia per evasi ed attaccati? Forse. Ma a Passo Dyatlov non ci sono altre impronte tranne quelle dei nove.
    Il Dottor Boris Vozrozhdenny ha esaminato da vicino i corpi. Alcuni hanno subìto urti troppo vigorosi per essere stati provocati dall’uomo. Sembrano quelli provocati dall’impatto di un’autovettura. Oppure, quelli di una morsa a cui non potevano sottrarsi, aggiunge il criptozoologo Mikhail Trankhtengertz, che sostiene invece l’ipotesi di un incontro notturno con una creatura di 3 metri di statura assai comune nel folklore: l’Almasti. Una sorta di Sasquatch locale. Altri hanno addirittura scomodato gli gnomi del sottosuolo russo… Sta di fatto che, fino a tutto il 1962, tutta l’area circostante è rimasta off-limits per escursionisti, curiosi e visitatori. Una semplice precauzione per evitare incidenti ai tanti sportivi della prima ora? E che ruolo hanno avuto le autorità sovietiche in tutto questo? Forza maggiore a parte, ciò che resta dopo decenni è forse il più semplice degli interrogativi. Eppure si tratta allo stesso tempo della domanda per la quale nessuno ha ancora trovato adeguata spiegazione. Perché nove persone fuggono dal loro rifugio in condizioni meteo estreme, consci di andare incontro non solo al gelo ma con tutta probabilità anche alla morte?
    Quando la sera cala in fretta tra le montagne a nord della regione di Sverdlovsk, ai turisti seduti accanto al fuoco si raccontano storie intriganti di una spedizione maledetta. E’ la vicenda della Gora Otorten, della Montagna dell’Uomo Morto che getta la sua ombra su una regione a 1900 km ad est di Mosca, e dei fatti avvenuti quasi mezzo secolo fa presso il famigerato Passo Dyatlov. Se si è fortunati ed il narratore è particolarmente in forma, le rievocazioni includeranno anche la leggenda dei nove Mansi periti sulla Montagna dell’Uomo Morto, e finiranno accennando al fatto che, nel 1991, un aereo si sarebbe schiantato sul Passo con un pugno di passeggeri a bordo, tutti deceduti, naturalmente. Per la precisione, sarebbero stati nove. Ancora una volta. “Se mi fosse data la possibilità di rivolgere una ed una sola domanda all’Onnipotente, gli chiederei di dirmi cosa è accaduto quella notte ai miei amici.”

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    Yuri Yudin, l’unico sopravvissuto, viene abbracciato dalla Dubinina mentre si accinge a tornare indietro



    E’ una brutta morale, quella di Yuri Yudin. Racchiude un’impotenza, quella che divora l’anima all’unico sopravvissuto di un’incredibile tragedia, che a tratti diventa dolore, perfino imbarazzo. Sembra una di quelle pellicole dell’orrore low-budget che spopolano ai botteghini. Nove allegri ragazzi che partono per una bella gita tra le montagne e poi non fanno più ritorno a casa. Ekaterinburg. Ieri si chiamava Sverdlovsk, in ossequio al Compagno Yakov Sverdlovsk, leader bolscevico. Tomba dell’ultimo zar e di tutta la sua famiglia brutalmente macellata dalla furia della Rivoluzione Russa. Alla fine degli anni Cinquanta, su Mosca vigila Nikita Khruschev. Un duro, ma dopo decenni di feroce repressione stalinista è comunque un passo avanti verso quella libertà che, per la popolazione, significa anche poter praticare liberamente sport o turismo. O, magari, entrambi contemporaneamente. Proprio come il Gruppo Dyatlov. Yury Kuntsevich all’epoca aveva appena dodici anni. Ma non dimentica il clamore che la notizia produsse tra la popolazione. Oggi presiede la Fondazione Dyatlov di Ekaterinburg. Riesamina spesso i tanti tasselli che in questa vicenda sembrano proprio non andare. A cominciare dalle strane dichiarazioni rilasciate da Lev Ivanov, capo-investigatore nel 1959, al giornale kazako Leninsky Put. Ivanov sosteneva di aver portato con sé un contatore Geiger al Passo Dyatlov, di aver assistito al tilt improvviso dello strumento. E, soprattutto, di essere stato forzato dai superiori a chiudere un caso scomodo classificandolo come segreto istruttorio.
    La Fondazione è nata nel 2000 per dare un seguito alle indagini troppo frettolosamente concluse quaranta anni prima. Per valutare il caso alla luce, ad esempio, dei molti report presentati a suo tempo circa presunte sfere volanti luminose, avvistate sull’area tra febbraio e marzo 1959 (con un picco registrato il 17 febbraio). Pare che un altro gruppo di studenti, accampato 50 km più a sud del Gruppo Dyatlov, ricordò di aver assistito all’insolito spettacolo di palle di fuoco sospese nel cielo notturno. Forse si trattava di un abbaglio. Magari erano soltanto illusioni ottiche, sommate alla stanchezza di una giornata pesante fra i monti. Ma le sfere volavano proprio sul Kholat-Syakhl, e quella era proprio la maledetta notte in cui i nove andarono incontro alla morte. Seguendo questa pista, si può ipotizzare che uno dei ragazzi forse uscì dalla tenda durante la notte, avvistò l’inquietante fenomeno ed allertò gli altri affinché si affrettassero nella foresta. Forse, ma qui andiamo ben oltre la semplice logica ipotetica, la misteriosa sfera esplose in aria mentre gli escursionisti correvano. Lasciando quattro di loro inerti al suolo e ferendo al contempo gli altri. Una versione forse azzardata, questo è vero, ma che è stata fatta propria anche da Yudin. I suoi amici sarebbero dunque inavvertitamente entrati in un luogo che doveva restare inaccessibile. Probabilmente, nel perimetro utilizzato per un esperimento militare supersegreto. Un’ipotesi che trova d’accordo perfino Kuntsevich. Ma che non può essere validata del tutto ricorrendo unicamente ai documenti declassificati nel 1990. Semplicemente perché gli indizi fondamentali mancano, e non si dispone, ad esempio, di informazioni precise circa le condizioni degli organi interni dei ragazzi. Questi, secondo Yudin, sono stati subito prelevati ed inseriti in contenitori speciali per esami approfonditi, per poi sparire nel nulla. Lo stesso Yudin è arrivato a sostenere che le autorità militari avrebbero aperto un‘indagine sulla sparizione dei ragazzi ben due settimane prima di quella ufficiale, in data 6 febbraio 1959.
    Sta di fatto che, se confrontiamo l’incerta storia del Passo Dyatlov con quella dell’Unione Sovietica in quel frangente storico, balzano immediatamente all’occhio almeno un paio di dettagli. Primo: nel 1957 l’Unione Sovietica ha inviato dal Cosmodromo kazako di Baikonur il primo satellite nello spazio. Siamo ad appena due anni prima della tragedia. Secondo: nel 1961, dalla medesima base si stacca Yuri Gagarin, primo uomo nello spazio. Ed arriviamo a due anni dopo il nostro incidente. Ora, può la tragica fine del Gruppo Dyatlov porsi in mezzo ai due eventi? Esiste un legame tra questi fatti che renda conto del massacro considerando l’ipotesi di un incidente connesso con la forsennata corsa sovietica allo spazio? Potrebbe sembrare plausibile, forse. Ma tutto questo si va a scontrare, ancora una volta, con l’assoluta mancanza nella zona di impronte diverse da quelle dei nove. Igor Dyatlov aveva un migliore amico. Il suo nome è Moisei Akselrod. E’ stato lui uno dei vecchi curiosi che hanno a lungo indagato sugli strani fatti del ’59. Ma la sua è una teoria assai meno fantasiosa.

    Moisei propende per l’ipotesi dell’imprevisto atmosferico. Una valanga, a suo parere, avrebbe colpito la tenda dei nove sciatori nel bel mezzo della notte. Alcuni sarebbero rimasti feriti nell’impatto, e la consistente massa di neve avrebbe tra l’altro bloccato l’ingresso del rifugio, costringendo i ragazzi a lacerare la tenda per cercare scampo. Il loro errore assoluto, in questo senso, sarebbe stato costituito dall’aver imboccato la strada sbagliata. Acceso il fuoco avrebbero provveduto a distribuire i pochi vestiti portati con sé ai feriti, che non avrebbero mostrato segni di impatto diretto in quanto la valanga li avrebbe raggiunti non direttamente, ma attraverso il tessuto della tenda. Ma gli sciatori hanno camminato nella notte per più di un chilometro, ad una temperatura considerevolmente inferiore allo zero. Molti di loro, tra l’altro, riportavano ferite tali da ridurre in stato d’incoscienza, ed anche considerando la possibilità che fossero stati pietosamente trasportati altrove dagli altri, la sequenza delle morti non combacia affatto con un incidente occorso contemporaneamente a tutti (perché la Dubinina, che aveva riportato la lesione peggiore, è stata trovata ben oltre l’inizio del bosco, mentre due suoi compagni, maschi ed in salute, sono morti di ipotermia in prossimità del pino, a centinaia di metri di distanza dal crepaccio in cui la donna è stata trovata?). Ancora una volta, sono davvero molti gli interrogativi che questa storia lascia dietro di sé.
    Frattanto, su quello che oggi si chiama, purtroppo, Passo Dyatlov, sorge un piccolo obelisco di pietra con nove fotografie ovali. Ricorda la tragedia del 1959. Igor Dyatlov e Rustem Slobodin, 23 anni. Alexander Kolevatov, 25. Georgyi Krivonischenko, Nikolay Tibo-Brignoles e Yury Doroshenko 24. Ludmila Dubinina, appena 21. Zinaida (Zina) Kolmogorova, 22. Alexander Zolotarev, il più “vecchio” del gruppo, 37 anni. Nove vite sottratte senza una spiegazione. Il prezzo terribile del segreto dell’Otorten.
    terraincognitaweb.com

    altri siti per approfondimenti aquiziam.com/dyatlov_pass
    lisaleaks.com/2014/01/18
    nibiru2012.it/forum/misteri
    CITAZIONE

    Mistero del Passo Dyatlov, c’è una nuova teoria
    «Così morirono quei 9 giovani escursionisti»


    A 55 anni dall’oscuro incidente sugli Urali un libro spiega cosa accadde la notte del 2 febbraio 1959



    La notte del 2 febbraio di 55 anni fa successe qualcosa di molto strano sui monti Urali. Esattamente sul versante orientale del Cholat Sjachl, il Monte dei Morti. Qualcosa che da quel lontano 1959 è avvolto dal mistero, dalla paura e dalle più strane teorie. Fra quei boschi innevati, a meno 30 gradi centigradi, «una irresistibile forza sconosciuta» (così disse l’inchiesta) causò la morte di nove giovani escursionisti russi del politecnico degli Urali, sette ragazzi e due ragazze. Ventiquattro giorni dopo il misterioso incidente fu ritrovata la loro tenda: completamente sconquassata e lacerata dall’interno. Dai resti della tenda partivano delle orme . Seguendole, i volontari trovarono i primi cinque corpi dei ragazzi: alcuni completamente nudi, con le mani bruciate, altri solo con la biancheria intima, tutti senza segni esterni di violenza. Sparsi a poche centinaia di metri uno dall’altro, sotto un cedro. I cadaveri degli altri quattro furono invece rintracciati invece solo tre mesi dopo, sotto quattro metri di neve gelida. E con dei traumi inspiegabili e non prodotti da altri esseri umani per la loro potenza: cranio fracassato, cassa toracica compressa fino a spezzare le costole. E un corpo, quello di una ragazza, senza lingua. La storia che quei cadaveri potevano raccontare è rimasta incomprensibile per molti anni. Fino a oggi: l’americano Donnie Eichar -regista, produttore e autore per cinema e tv - ha una nuova teoria che spiegherebbe tutto.

    LA TEMPESTA PERFETTA E GLI INFRASUONI - Dopo aver studiato per cinque anni tutte le carte e le testimonianze sull’incidente del Passo Dyatlov (chiamato così dal nome del capo della spedizione, il 23enne Igor Dyatlov), e aver anche ripercorso il viaggio dei nove escursionisti, Eichar sostiene di aver capito cosa successe la notte del 2 febbraio 1959. Una spiegazione scientifica che non tira in ballo né esercitazioni segrete dell’esercito sovietico né gli alieni o misteriose contaminazioni radiattive. Secondo l’autore i ragazzi si trovarono al posto sbagliato nel momento sbagliato: durante una “tempesta perfetta”. I venti, velocissimi, scontrandosi con la particolare forma a cupola della Montagna dei Morti diedero vita a dei furiosi vortici di aria che crearono dei mini tornado violentissimi nel passo dove c’era l’accampamento. Il rumore prodotto dal fenomeno doveva essere assordante. Ma c’è di più. Eichar dice anche che tormente come quella possono generare anche una gran quantità di infrasuoni (il contrario degli ultrasuoni) che, non udibili dagli uomini, sono capaci di avere effetti sul corpo umano: le vibrazioni prodotte da queste particolari onde sonore causano perdita del sonno, mancanza di respiro e, soprattutto, un panico indicibile e incontrollabile. Un terrore che, amplificato dal buio della notte e dal frastuono dei tornado, avrebbe insomma portato i nove ragazzi alla follia. E poi alla morte.

    LE PALLE DI FUOCO ARANCIONI IN CIELO - Dai tempi dell’incidente sono state moltissime le teorie che hanno cercato di spiegare il mistero del Passo di Dyatlov. Le indagini si (non) chiusero ufficialmente nel maggio del 1959: nessun colpevole se non «una irresistibile forza sconosciuta» che avrebbe ucciso i giovani. Si disse che su alcuni brandelli di vestiti delle vittime c’erano alti livelli di radioattività. I ragazzi avevano trovato sul loro cammino qualcosa con cui non avrebbero mai dovuto venire in contatto? Un gruppo di escursionisti che si trovava poco distante dal gruppo riferì di aver visto nel cielo delle “sfere arancioni”. Cosa confermata in quei mesi anche da avvistamenti analoghi fatti dal servizio meteorologico e membri dell’esercito. Si scoprì più tardi che le «palle arancioni» erano lanci di missili balistici R-7. Quando poi negli anni Novanta i fascicoli dell’inchiesta furono desecretati, alcuni particolari furono pubblicati dalla stampa e ne venne fuori anche una teoria secondo cui le morti erano legate alla sperimentazione di un’arma segreta sovietica.

    QUEI RAGAZZI CHE AMAVANO LA NATURA E LA MUSICA - Per ricordare le vittime dell’incidente è stata istituita a Ekaterinburg la Fondazione Dyatlov, che si propone anche di far riaprire il caso alle autorità russe. I ragazzi morti misteriosamente quella notte di 55 anni fa erano: Igor Dyatlov, capo 23enne della spedizione; Zinaida Kolmogorova, 22 anni; Ljudmila Dubinina, 23enne che fu trovata senza lingua; Aleksandr Kolevatov, 24 aani; Rustem Slobodin, 23 anni; Jurij Krivoniščenko, 24 anni; Jurij Dorošenko, 21; Nikolaj Tibo-Brin’ol’, 37 anni; Aleksandr Zolotarëv, che proprio quel 2 febbraio aveva compiuto 38 anni. Erano tutti innamorati della natura e della musica, spesso passavano la sera a cantare e una volta, durante una visita a una scuola in una tappa del loro viaggio, avevano conquistato con i loro racconti i bambini che poi li avevano voluti accompagnare alla stazione.Sono cose che ha raccontato un loro amico, prima di chiudersi nel silenzio per oltre 50 anni:Jurij Judin era partito insieme a loro il 23 gennaio per quella avventura ma poi cinque giorni dopo li aveva abbandonati. Stava infatti male fisicamente e non poteva proseguire la spedizione. È morto a 70 anni dopo aver vissuto tutta la vita con il senso di colpa per essere scampato a quella misteriosa notte che ha portato via i suoi migliori amici.

    03 febbraio 2014
    Angela Geraci

    corriere.it/esteri

    CITAZIONE
    25 Gennaio 1959. È una mattina gelida, a Ivdel, nell’Oblast di Sverdlovsk. Ma il freddo non spaventa la comitiva appena arrivata in treno per una spedizione in montagna. Meta: Otorten, una vetta degli Urali. Un percorso- vista la stagione e le temperature sotto zero- decisamente proibitivo. Ma quei giovani escursionisti, esperti e ben attrezzati, sono sicuri di arrivare a destinazione entro la metà del mese seguente. Non possono immaginare quale terribile sorte li stia aspettando. Tragica e ancora oggi misteriosa.


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    IGOR DYATLOV, UNA DELLE GIOVANI VITTIME DEL MISTERIOSO INCIDENTE


    Il più anziano del gruppo è Semyon Zolotarev, 38 anni, appassionato scalatore e guida. Tutti gli altri sono studenti e neolaureati del Politecnico degli Urali, poco più che ventenni. A guidarli è Igor Dyatlov. Il 27 gennaio, parte la loro marcia. Il giorno seguente, uno degli amici si ammala e rinuncia. Rimangono in 9- sette uomini e due donne. Il 1 febbraio si muovono in direzione del Kholat Syakhl- la “montagna morta”, in dialetto locale. Ma sbagliano percorso, traditi dal maltempo. Si accampano alle pendici del monte, in quel passo che prenderà poi il nome del giovane Igor, in memoria sua e dei suoi compagni.

    Passano i giorni, uno dopo l’altro, senza alcuna notizia dei ragazzi. Arriva anche il 12 febbraio- data nella quale Dyatlov aveva promesso di inviare un telegramma a missione compiuta. I parenti si preoccupano, insistono che vengano mandati dei soccorsi. La spedizione formata da volontari e altri studenti parte il 20 febbraio; a loro si uniscono poi i soldati con gli elicotteri.

    Il 26 febbraio, i soccorritori trovano l’accampamento vuoto: la tenda- schiacciata dalla neve- è piena di abiti e suppellettili e presenta dei tagli prodotti dall’interno. Tutto fa pensare che i ragazzi siano usciti precipitosamente da lì, dimenticandosi le scarpe, indossando soltanto calze o addirittura a piedi nudi.

    A 500 metri, sotto un albero, trovano i primi due corpi, vicino ad un falò ormai spento. Sono quelli di Yuri Krivonischenko e di Yuri Doroschenko. Ci sono dei rami spezzati: forse uno dei due si è arrampicato per cercare il campo-base. Tra quel punto e la tenda, vengono scoperti altri tre cadaveri, a distanza di qualche decina di metri l’uno dall’altro, come se avessero tentato- in fila indiana- di ritrovare l’accampamento. Si tratta di Igor Dyatlov, Zina Kolmogorova e Rustem Slobodin. Ma gli altri quattro escursionisti mancano all’appello.

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    LA TENDA DEGLI ESCURSIONISTI


    Li recupereranno solo a maggio, durante il disgelo, sepolti sotto metri di neve, in un dirupo. Lyudmila Dubinina, Alexander Kolevatov, Nicolai Thibeaux-Brignoles e Semyon Zolotarev sono coperti da vari strati di indumenti: probabilmente hanno tolto gli abiti ai compagni morti per scaldarsi, ma non è bastato a salvare loro la vita. Su quei corpi viene effettuata l’autopsia per chiarire le cause della morte. I primi cinque sono deceduti per ipotermia. Ma i cadaveri trovati in primavera rimescolano le carte: tre presentano traumi cranici e toracici molto gravi, simili a quelli provocati da un incidente stradale.

    Eppure non ci sono segni esterni, nè lesioni, nè ferite superficiali. Tranne che su Lyudmila: le mancano la lingua, gli occhi e parte della mascella. Per i medici, probabile effetto della decomposizione: è rimasta a faccia in giù in un rivolo di acqua corrente. Ma non riescono a capire cosa li abbia uccisi. Tanto che sul referto- rimasto a lungo segreto nell’URSS comunista- viene indicata una generica “irresistibile forza naturale”.

    L’inchiesta viene archiviata e dimenticata. Non se parlerà più fino agli anni ’90, quando il caso torna alla ribalta, insieme a parte dei documenti ufficiali dell’epoca. Giornalisti e scrittori se ne appassionano e le notizie iniziano a circolare. E con esse, anche gli interrogativi.

    Le perizie mediche hanno infatti accertato che sei giovani sono morti per il freddo e tre per le gravi fratture, ma tutti tra le 6 e le 8 ore dopo l’ultimo pasto. Sugli abiti di alcune vittime, poi, sono stati riscontrati alti livelli di radioattività. Altre testimonianze aumentano il mistero. Yuri Kuntsevich- 12enne nel 1959- assistette ai funerali di 5 degli sciatori morti: ricorda che avevano la pelle scurissima, come tinta di marrone.

    E altri escursionisti, che in quegli stessi giorni stavano attraversando gli Urali 50 chilometri a sud dal luogo della strage, raccontano di aver visto, nella notte dell’incidente, strane sfere arancioni brillare nel cielo in direzione del Kholat Syakhl. Luci avvistate in seguito da decine di altre persone.


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    COSA HA UCCISO I GIOVANI SCIATORI ?


    Chi o cosa ha ucciso il gruppo di Dyatlov? Un agguato da parte degli indigeni Mansi? Improbabile: non c’erano tracce di altre orme umane nè di un combattimento corpo a corpo. Li ha sorpresi una slavina ed in preda al terrore sono fuggiti seminudi, a -30 gradi, morendo nel giro di pochi minuti? Questa ipotesi spiegherebbe la mancanza di scarpe e altri indumenti, ma non giustifica l’assenza di ferite esterne sui corpi politraumatizzati.

    Ecco perchè vengono avanzate altre teorie. La loro morte sarebbe stata il danno collaterale di un esperimento militare segreto, oppure sarebbero stati eliminati proprio perchè avevano visto quello che non dovevano vedere. L’accampamento si trovava sulla traiettoria dei missili intercontinentali R-7, lanciati dal cosmodromo di Baikonur: erano forse quelle le sfere luminose?

    Ma è stata persino ipotizzata la pista aliena. Gli scalatori sarebbero rimasti vittime di entità extraterrestri dotate di armi a noi sconosciute. Ad affermarlo in un articolo, un ex poliziotto, Lev Ivanov, a capo dell’inchiesta condotta nel 1959. Oltre 30 anni dopo, rivelò di aver ricevuto pressioni da parte dei suoi superiori per interrompere le indagini: gli venne chiesto di mantenere il più stretto riserbo in particolare sulle luci arancioni apparse in cielo. Sicuramente Ufo, secondo Ivanov.

    A distanza di 55 anni, l’incidente del Passo Dyatlov è ancora un enigma. Ma ora un regista americano, Donnie Eichar, è convinto di aver capito cosa abbia stroncato quelle giovani vite- e la sua è una spiegazione scientifica, elaborata in collaborazione con ricercatori della National Oceanic and Atmospheric Administration. Dopo quattro anni di ricerche per la stesura del suo libro su questa drammatica vicenda, è arrivato alla conclusione che sia stata davvero una “inarrestabile forza naturale”.


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    LA LAPIDE CHE RICORDA LE GIOVANI VITTIME


    A provocare la tragedia, dice Eichar, sarebbero stati gli infrasuoni, prodotti dai venti che spesso spirano furiosi tra queste montagne dalla particolare conformazione. E studi scientifici dimostrano che gli infrasuoni, non percepibili dall’orecchio umano, hanno un effetto sconvolgente sulla mente: provocano confusione, senso di ansia ed improvvisi attacchi di panico.

    Proprio quel tipo di comportamento irrazionale che spinse quei nove escursionisti esperti a lasciare la loro tenda, nel cuore della notte, senza neppure coprirsi. Un’ipotesi plausibile, ma non esauriente. Perchè non si giustificano gli abiti radioattivi, l’assenza di lesioni, la pelle color marrone: tutte anomalie che sfuggono alle spiegazioni finora individuate. Lo strano caso dell’incidente del Passo Dyatlov resta aperto.

    SABRINA PIERAGOSTINI extremamente.it/2014/02/05


    Edited by Karou - 19/2/2014, 09:04
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    CITAZIONE

    Le Nike Mag


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    Le scarpe “autoallaccianti” usate da Marty McFly-Michale J Fox saranno in commercio dal prossimo anno

    MILANO - Milioni fan (oramai adulti) gioiscono come dei bambini alla notizia: le grosse scarpe da basket usate da Marty McFly nel secondo film di Ritorno al Futuro, disegnate appositamente da Nike nel 1989, arrivano in commercio. Quando? Nel 2015, anno in cui (come nella pellicola) Doc, Marty e Jennifer arrivano nel futuro con la DeLorean. Saranno capaci, tra le altre cose, di allacciarsi da sole.

    CULT - Tre anni fa, il noto marchio di abbigliamento sportivo mise in vendita su eBay 1.500 paia di Nike Air Mag, una riproduzione ufficiale delle scarpe indossate da Marty McFly, interpretato da Michael J. Fox. Nonostante fossero prive della peculiarità che le rese famose, la funzione autoallacciante, il ricavato fu di 6 milioni di dollari e andò alla Michael J. Fox Foundation per la ricerca sul Parkinson. Ciò nonostante, molti appassionati della saga cult hanno sperato che, prima o poi, Nike si mettesse davvero a produrre in serie quel modello di scarpe.

    LACCI - Ebbene, lo storico designer di Nike, Tinker Hatfield (quello che per il film ha disegnato gli iconici scarponi grigi), ha confidato adesso che le ambite Nike Mag arriveranno veramente in commercio. Di più: persino i «power laces» diventeranno realtà. In verità, già tre anni fa Nike aveva fatto domanda per brevettare un paio di scarpe in grado di allacciarsi da sole. Nonostante Hatfield non abbia rivelato molti dettagli, la notizia sta già girando parecchio sulla Rete. Nulla è dato sapere sul prezzo. È probabile che il modello verrà dotato anche di pannello Led luminoso e del logo elettroluminescente nello strappo.

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    17 febbraio 2014 corriere.it

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    CITAZIONE

    terminato anche questo terzo capitolo della saga Lorien legacy che sebbene in alcuni momenti si porti dietro i difetti che mi hanno fatto storcere il naso più di una volta nei capitoli precedenti resta di gran lunga il migliore tra i tre. L'ho abbastanza apprezzato e a dir la verità a tratti è stato anche piuttosto coinvolgente...
    quindi giudizio positivo per questo terzo capitolo e voglia di proseguire anche con il quarto :1698995-IJEP3K6.gif:
2942 replies since 14/11/2008
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